Guerra in Ucraina: la visita di Shevchuk a Chernihiv

Il capo della Chiesa greco-cattolica: «Siamo venuti a toccare le ferite della città. Vogliamo anche vedere cosa serve». L’incontro con l’amministrazione militare, i Redentoristi e la parrocchia

L’arcivescovo maggiore di Kiev Sviatoslav Shevchuck, capo della Chiesa greco-cattolica ucraina, si è recato in visita ieri, 21 aprile, a Chernihiv dove ha incontrato l’amministrazione militare regionale e ha visitato il monastero dei Padri Redentoristi, la parrocchia e l’unità militare di Slavutych. «Siamo venuti a toccare le ferite della città – ha detto -. Questa è una città eroica. Abbiamo tanto pregato per tutti voi! E oggi ho l’opportunità di venire di persona per mostrarvi tutto il nostro rispetto e il sostegno della nostra Chiesa».

Percorrendo le strade ricoperte dalle macerie, il presule si è fermato in preghiera. «I nostri sacerdoti e monaci sono rimasti qui e hanno reso possibile stabilire qui un centro logistico per la fornitura di vari aiuti umanitari. Oggi vogliamo anche vedere cosa serve e quali sono i bisogni prioritari», ha affermato. Quindi, informano dal dipartimento di informazione della Chiesa greco-cattolica ucraina, Shevchuk si è recato al monastero dei Padri Redentoristi, dove ha incontrato sacerdoti e fedeli, ha visitato il rifugio antiaereo del monastero e ascoltato le testimonianze sulla vita e il servizio durante l’assedio. Nelle sue parole, forte la gratitudine ai religiosi per essere rimasti tutti nel «loro posto di battaglia spirituale» e non aver lasciato la città e la gente.

Dal capo dei greco-cattolici ucraini anche un omaggio speciale, nel Giovedì Santo, secondo il calendario giuliano, «ai nostri vescovi, sacerdoti, monaci, diaconi e seminaristi, che si preparano a diventare sacerdoti, per il loro servizio, soprattutto nelle condizioni di guerra. Il sacerdote di Cristo – ha evidenziato – è il primo a salvare le vite delle persone. È il primo a prendersi cura delle ferite della gente di oggi, delle ferite dell’Ucraina e del nostro popolo durante la guerra. Proprio il nostro clero ha assunto il più grande fardello di questa guerra: servire dove c’è più bisogno».

Da ultimo, «un ringraziamento speciale ai sacerdoti dei territori occupati, che sono con il loro popolo nei punti più caldi delle operazioni militari». In particolare ai cappellani militari, che «stanno con le nostre truppe, giorno per giorno, predicando la Parola di Dio dove si sta verificando il dramma della guerra».

22 aprile 2022