Guerra in Ucraina: il Parlamento Ue chiede embargo totale per gas e petrolio russi

Nella risoluzione adottata a Strasburgo, chiesto anche un tribunale speciale delle Nazioni Unite per i crimini di guerra, oltre all’esclusione della Russia da G20, Unhcr, Omc e Unesco. Corridoi umanitari sicuri per l’evacuazione dei civili e potenziamento degli aiuti umanitari

Ulteriori misure contro l’economia russa, per provare a fermare la guerra. È quanto chiedono gli eurodeputati nella risoluzione adottata ieri, 7 aprile, in plenaria a Strasburgo con 513 voti favorevoli, 22 contrari e 19 astensioni. Un documento in cui il Parlamento europeo esprime «la più grande rabbia e indignazione per le atrocità delle forze armate russe» e «chiede che i responsabili dei crimini di guerra siano chiamati a risponderne».

Embargo totale e immediato sulle importazioni dalla Russia di petrolio, carbone, combustibile nucleare e gas: questa la prima richiesta, che dovrebbe andare di pari passo con «un’azione volta a continuare ad assicurare la sicurezza dell’approvvigionamento energetico dell’Ue nel breve termine», oltre a dettagliate tappe da seguire per eventualmente revocare le sanzioni «nel caso in cui la Russia adotti provvedimenti intesi a ripristinare l’indipendenza, la sovranità e l’integrità territoriale dell’Ucraina entro i suoi confini riconosciuti a livello internazionale e ritiri completamente le proprie truppe dal territorio ucraino». Indicazioni, queste, sulle quali nell’emiciclo si è sviluppato il dibattito, dato il carattere «ideologico» indicato da alcuni, ma soprattutto per la prevedibile ricaduta sulle forniture e quindi sulle bollette dei cittadini dell’Unione.

Oltre alle misure sulle forniture energetiche, la risoluzione approvata a larga maggioranza dagli eurodeputati chiede ai leader dei Paesi Ue un tribunale speciale delle Nazioni Unite per i crimini di guerra in Ucraina. Il riferimento è alle atrocità, «che innegabilmente si configurano come crimini di guerra», commesse dalle truppe russe in Ucraina e in particolare a Bucha e che hanno quasi completamente distrutto Mariupol, Volnovakha e altre città e villaggi. Per i deputati europei, «gli autori dei crimini di guerra devono essere ritenuti responsabili»; di qui la richiesta dell’«istituzione di un tribunale speciale delle Nazioni Unite per i crimini in Ucraina».

Nel testo si insiste inoltre affinché dai Paesi dell’Unione sia accelerata la consegna di armi per permettere all’Ucraina di difendersi efficacemente e si ribadisce il sostegno dell’Europarlamento «a tutti gli aiuti di tipo difensivo alle forze armate ucraine offerti individualmente dai Paesi Ue e collettivamente attraverso lo strumento europeo per la pace». Ancora, si chiede ai leader degli Stati membri di escludere la Russia dal G20 e da altre organizzazioni multilaterali, come l’Unhcr, l’Interpol, l’Organizzazione mondiale del commercio, l’Unesco, per dare «un segnale importante del fatto che la comunità internazionale non tornerà a lavorare come di consueto con lo Stato aggressore».

A garanzia di una maggiore efficacia delle sanzioni, nella risoluzione si chiede che le banche russe siano escluse dal sistema Swift; che sia vietato l’ingresso nelle acque territoriali dell’Ue e l’attracco nei porti dell’Unione di «qualsiasi nave battente bandiera russa, registrata, posseduta, noleggiata, gestita dalla Russia», così come «il trasporto di merci su strada da e per Russia e Bielorussia». I deputati chiedono anche di «sequestrare tutti i beni appartenenti ai funzionari russi o agli oligarchi associati al regime di Putin, ai loro rappresentanti e prestanome, nonché alle figure legate al regime di Lukashenko in Bielorussia».

Per la tutela della popolazione sotto attacco, i deputati chiedono infine «corridoi umanitari sicuri per evacuare i civili in fuga dai bombardamenti e il potenziamento delle reti di aiuti umanitari dell’Ue in Ucraina».

8 aprile 2022