Guerra in Ucraina: danni alle infrastrutture del porto di Odessa

L’attacco notturno della Russia ha colpito gli impianti dove vengono caricate le navi per l’esportazione di grano. Meno di 24 ore dopo l’attacco ucraino al ponte di Crimea

Dopo lo stop russo all’accordo sul grano, sale la tensione, soprattutto nella città costiera di Odessa, nell’Ucraina meridionale, colpita nella notte tra 17 e 18 luglio da un attacco lanciato da Mosca. Danneggiate le infrastrutture portuali nelle quali vengono caricate le navi per l’esportazione di grano. Tutto questo, meno di 24 ore dopo l’attacco sferrato dall’Ucraina contro il ponte di Kerch, che collega la Russia alla Crimea. A renderlo noto è il Comando operativo sud ucraino in un comunicato in cui si legge che «i detriti dei missili abbattuti e l’onda d’urto hanno danneggiato le infrastrutture portuali». Colpita anche la città di Mykolaiv.

Per il capo dell’ufficio presidenziale ucraino Andry Yermak, l’attacco è la riprova che «lo Stato terrorista russo vuole mettere in pericolo la vita di 400 milioni di persone in vari Paesi che dipendono dalle esportazioni alimentari ucraine. Il mondo deve capire che l’obiettivo della Russia è quello di affamare e uccidere le persone. Hanno bisogno di ondate di rifugiati. È così che vogliono indebolire l’Occidente», scrive su Telegram. Allerta aerea in vigore, intanto, dalle prime ore di martedì 18 luglio in tutto il Paese, nelle regioni di Odessa, Mykolaiv, Kherson e Zaporizhzhia, al sud, ma anche nel Donetsk (sud-est), a Kharkiv (est), a Dnipropetrovsk (centro-est), Poltava (est), Kirovograd (centro) e Cherkassy (centro).

Dalla Crimea intanto il governatore Sergei Aksenov riferisce dell’attacco ucraino con droni respinto dalle forze armate russe mentre il ministero della Difesa di Mosca precisato che «le forze di difesa aera hanno abbattuto 17 aerei senza pilota, mentre 11 sono stati eliminati grazie alla guerra elettronica». Nessuna vittima. Ai residente la richiesta di mantenere la calma.

Riguardo all’accordo sull’esportazione di grano – scaduto ieri, 17 luglio, e non rinnovato da Mosca -,  le autorità hanno dichiarato che l’interruzione dell’intesa non è legata all’esplosione del ponte di Crimea ma al fatto che non sono stati rispettati alcuni punti del patto che prevedono maggiori tutele per l’export russo. Netto il commento della premier italiana Giorgia Meloni: «La Russia usa il grano come un’arma». Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky intanto ha annunciato di voler procedere con l’export «anche senza la Russia».

18 luglio 2023