Guerra in Terra Santa: Hamas chiede armi ai Paesi musulmani

Mentre l’esercito israeliano allarga le operazioni a Khan Yunis, roccaforte della fazione palestinese nel sud della Striscia, i parenti degli ostaggi vogliono bloccare gli aiuti per Gaza. Intanto il premier Netanyahu incontra il segretario di Stato Usa Blinken a Tel Aviv

«Circa 40 terroristi» sono stati uccisi nei recenti attacchi dell’esercito israeliano a Khan Yunis, roccaforte di Hamas nel sud della Striscia di Gaza, nei quali sono morti, tra gli altri, i giornalisti Mustafa Thuraya e Hamza Al-Dahdouh, figlio di Wael, capo di Al Jazeera a Gaza. A riferire i “numeri” è il portavoce militare israeliano, commentando l’allargamento delle operazioni nella zona, nel corso delle quali, aggiunge, sono stati scoperti anche «importanti imbocchi di tunnel così come quantità di armi». Ancora, a  Maghazi, le truppe hanno identificato «operativi della Brigata di Hamas nell’area che sono stati uccisi» mentre la marina israeliana ha colpito «postazioni militari, magazzini di rifornimento e battelli usati dalla forza navale di Hamas», informa il portavoce.

Altri 4 soldati israeliani sono morti in combattimento, intanto, nel centro e nel sud di Gaza, portando a 180 il numero complessivo dei militari di Israele morti dall’avvio dell’operazione nella Striscia. Si tratta di Roi Tal (19 anni) e dei riservisti David Schwartz (26 anni), Yakir Hexter (26) e Gavriel Bloom (27 anni).

Dall’altra parte del fronte, uno dei leader di Hamas dichiara che la fazione ha chiesto sostegno ai Paesi musulmani attraverso l’invio di armi. Irrequieto anche il confine settentrionale di Israele: gli Hezbollah libanesi affermano di aver bombardato con diversi droni armati la base militare israeliana Dado nei pressi di Safad, a più di 20 km dalla linea di demarcazione con il Libano. All’interno invece, con un’operazione a sorpresa, centinaia di soldati e di agenti israeliani hanno isolato un’area di insediamento ebraico presso Betlemme, in Cisgiordania, e hanno demolito le abitazioni in alcuni avamposti eretti nelle vicinanze della colonia Pney Kedem.

Un’operazione, quella in Cisgiordania, ordinata dal ministro della Difesa Yoav Gallant, che è coincisa con l’arrivo oggi, 9 gennaio, in Israele del segretario di Stato Usa Antony Blinken. Il rappresentante dell’amministrazione Biden – che ha espresso più volte preoccupazione per le attività dei coloni in Cisgiordania – ha incontrato il premier Benyamin Netanyahu nella sede del ministero della Difesa, a Tel Aviv. Quindi è in programma l’incontro con il gabinetto di guerra di Israele.

Nel frattempo, i parenti degli ostaggi israeliani a Gaza sono diretti al valico di Kerem Shalom con la Striscia, per bloccare l’ingresso degli aiuti umanitari per la popolazione dell’enclave palestinese. L’azione, riferiscono i media locali, è in protesta contro Hamas, che impedisce alla Croce Rossa di visitare gli ostaggi, di rendersi conto delle loro condizioni e fornirgli aiuto medico e umanitario.

9 gennaio 2024