Guerra in Medio Oriente, Netanyahu: «Niente cessate il fuoco»

Il premier israeliano ribadisce: nessuna tregua «senza il rilascio dei nostri ostaggi». E sul futuro: Israele avrà «la responsabilità generale della sicurezza della Striscia»

Intervistato da Abc News, il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha annunciato senza mezzi termini che una volta terminata la guerra con Hamas – che oggi, 7 novembre, compie esattamente un mese -, il suo Paese avrà «la responsabilità generale della sicurezza» della Striscia di Gaza «per un periodo indefinito. Perché abbiamo che quando non abbiamo questa responsabilità, vediamo l’esplosione del terrore di Hamas su una scala che non potevamo immaginare», ha spiegato.

Respinta ancora una volta l’idea di una tregua. «Non ci sarà alcun cessate il fuoco, nessun cessate il fuoco generale a Gaza senza il rilascio dei nostri ostaggi – ha affermato -. Per quanto riguarda le piccole pause – un’ora qui, un’ora là – le abbiamo già avute. Suppongo che controlleremo le circostanze, in modo da consentire ai beni, ai beni umanitari, di entrare, o ai nostri ostaggi, singoli ostaggi, di andarsene», ha continuato.

Dai vertici di Hama intanto arriva l’annuncio che i morti nella Striscia hanno superato quota 10mila. Tra questi, 3.104 minori. «Gaza sta diventando un cimitero di bambini», ha commentato il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres, aprendo di fatto un nuovo scontro con Israele. Secca, su tutte, la replica del ministro degli Esteri dello Stato ebraico Eli Cohen: «Vergognati. Più di 30 minori, tra cui un neonato di 9 mesi, ma anche bimbi e ragazzini che hanno assistito alle uccisioni a sangue freddo dei loro genitori, sono trattenuti nella Striscia contro il loro volere – ricorda -. È Hamas il problema a Gaza, non le azioni di Israele per eliminare quest’organizzazione terroristica».

7 novembre 2023