Medio Oriente, Amnesty chiede indagine sui «crimini di guerra» di Israele

Sotto esame, da parte dell’organizzazione, due attacchi avvenuti il 19 e 20 ottobre, che hanno causato 46 vittime civili, tra cui 20 bambini e una donna di 80 anni. «Fanno parte di un documentato schema di disprezzo per le vite palestinesi». Denunciate anche le colpe di Hamas

Amnesty International punta il dito contro le forze israeliane per «l’agghiacciante indifferenza per il catastrofico numero di vittime civili dei loro incessanti bombardamenti sulla Striscia di Gaza occupata». Nella giornata di ieri, 20 novembre, l’organizzazione ha diffuso una nuova indagine sulle violazioni delle leggi di guerra da parte di Israele, in riferimento a due attacchia, avvenuti il 19 e il 20 ottobre, che hanno causato 46 vittime civili tra cui 20 bambini, il più piccolo dei quali di soli tre mesi, e una donna ottantenne. «Questi due episodi – rilevano – devono essere indagati come crimini di guerra».

A essere colpiti, nei due casi, un edificio appartenente al complesso della chiesa greco-ortodossa di san Porfirio, al centro di Gaza City, dove si erano rifugiati circa 450 sfollati appartenenti alla piccola comunità cristiana locale, il 19 ottobre, e un’abitazione, la casa della famiglia al-Aydi, nel campo rifugiati di al-Nuseirat, al centro della Striscia di Gaza, il 20 ottobre. Il campo, rimarcano da Amnesty, era nella zona dove le autorità israeliane avevano ordinato alla popolazione del nord della Striscia di Gaza di trasferirsi.  Sulla base delle sue ricerche, Amnesty International ha concluso che si è trattato di attacchi indiscriminati o di attacchi diretti contro civili e obiettivi civili, che devono essere indagati come crimini di guerra. Erika Guevara-Rosas, direttrice delle ricerche globali dell’organizzazione, parla di «attacchi mortali e illegali» che «fanno parte di un documentato schema di disprezzo per i civili palestinesi e dimostrano il devastante impatto dell’assalto senza precedenti da parte di Israele, che ha fatto sì che nessun luogo di Gaza sia sicuro, indipendentemente da dove i civili vivano o dove cerchino rifugio».

Proprio per questo, sono ancora le parole di Guevara-Rosas, «sollecitiamo il procuratore della Corte penale internazionale ad assumere immediate e concrete iniziative per velocizzare l’indagine, aperta nel 2021, sui crimini di guerra e su altri crimini di diritto internazionale. Le drammatiche testimonianze dei sopravvissuti e dei familiari delle vittime sul devastante costo umano di questi bombardamenti – prosegue – sono un’istantanea della sofferenza di massa inflitta quotidianamente ai civili di tutta la Striscia di Gaza dagli incessanti attacchi israeliani ed evidenziano l’urgente bisogno di un immediato cessate il fuoco».

Amnesty International ha visitato i luoghi degli attacchi, ha scattato fotografie sulle conseguenze del loro impatto e ha intervistato 14 tra sopravvissuti, testimoni, un familiare di alcune vittime e due capi religiosi. Il Crisis Evidence Lab di Amnesty International ha esaminato immagini satellitari e materiale audiovisivo open-source per geolocalizzare e verificare gli attacchi. Non solo: l’organizzazione ha anche esaminato le dichiarazioni delle forze armate israeliane e, il 30 ottobre, ha inviato delle domande al loro portavoce. Finora, non ha ricevuto alcuna risposta. «Le autorità israeliane non hanno reso nota alcuna credibile prova a sostegno dei due attacchi, come ad esempio la presunta presenza di obiettivi militari – spiegano da Amnesty in una nota -. Al contrario, nel caso del bombardamento dell’edificio appartenente alla chiesa, l’esercito israeliano ha pubblicato informazioni contraddittorie, tra le quali un video, successivamente rimosso, e una dichiarazione non circostanziata. Dalle ricerche di Amnesty International non è emersa alcuna indicazione che i due luoghi colpiti potessero essere considerati obiettivi militari o fossero usati da combattenti».

Guevara-Rosas riferisce, ancora, che l’organizzazione umanitaria «aveva documentato già in passato lo spietato disprezzo delle forze israeliane per il diritto internazionale umanitario, ma l’intensità e la crudeltà degli attuali bombardamenti sono senza precedenti. Il terribile numero delle vittime palestinesi, oltre 11mila tra cui più di 4.600 bambini, in sole sei settimane, la dice lunga su come le forze israeliane, che ordinano ed eseguono attacchi del genere, considerino sacrificabili le vite dei palestinesi», conclude.

Amnesty International chiede un immediato cessate il fuoco a tutte le parti in conflitto «per evitare ulteriori perdite di vite umane e assicurare l’arrivo degli aiuti umanitari alla popolazione di Gaza, alle prese con una catastrofe umanitaria senza precedenti». Ma l’organizzazione ha anche denunciato che il 7 ottobre «Hamas e altri gruppi armati palestinesi hanno lanciato razzi indiscriminati contro Israele e inviato combattenti a commettere crimini di guerra, come le deliberate uccisioni di massa di civili e la presa di ostaggi. Secondo le autorità israeliane – riferiscono -, almeno 239 persone tra le quali 33 bambini restano in ostaggio di Hamas e di altri gruppi armati palestinesi a Gaza».

21 novembre 2023