Guerra Hamas – Israele: razzi su Tel Aviv e bombe sulla Striscia

Sei le vittime israeliane mentre quelle palestinesi salgono a 35. Sospeso temporaneamente il traffico aereo al Ben Gurion. Chiuse le scuole. Vertice urgente del Consiglio di sicurezza Onu

Si allarga il conflitto tra Hamas e Israele. Nella giornata di oggi, 12 maggio, chiuse tutte le scuole del Paese. Sospeso in via temporanea anche il traffico aereo all’aeroporto Ben Gurion di Tel Aviv, oggetto di una terza salva di razzi sparati da Gaza nelle ultime ore verso ampie zone nel centro di Israele. Sei, in tutto, le vittime israeliane uccise dai razzi lanciati dalla Striscia di Gaza, che hanno cercato di bucare il sistema di difesa Cupola di ferro, mentre da parte palestinese i morti salgono a 35, tra cui 10 minori. Uccisi, secondo i portavoce dell’esercito di Israele, 15 estremisti, anche comandati della Jihad islamica – il secondo più grande gruppo armato palestinese nella Striscia di Gaza -, ma gli israeliani contestano i dati sulle vittime palestinesi, sostenendo che un terzo delle centinaia di razzi lanciati sia ricaduto in realtà dentro la Striscia, causando parte dei morti. Intanto Hamas ha annunciato per oggi il lancio di 210 razzi sul territorio israeliano, in risposta agli attacchi su un edificio al centro dell’enclave palestinese.

«Hamas sta per subire una botta che non si aspettava, la pagheranno cara, la campagna va avanti». Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha chiuso con queste parole ieri, 11 maggio, la riunione del consiglio di sicurezza, avvertendo che i bombardamenti si intensificheranno e invitando gli israeliani a prepararsi a un lungo periodo di combattimenti. Interrotta, nel Paese, la vita normale. I combattimenti fra Israele e Hamas hanno elevato la tensione anche in Cisgiordania: secondo l’agenzia di stampa ufficiale Wafa, nel campo profughi al-Fawar, a Hebron, ci sono stati scontri fra gli abitanti e reparti dell’esercito e un giovane è rimasto ucciso. Le proteste da Gerusalemme si sono estese ad altre città, coinvolgendo negli scontri arabi israeliani ed ebrei. Un uomo e una ragazza sono morti nella città di Lod, nel centro di Israele, dove media locali riferiscono di sinagoghe e negozi dati alle fiamme. «Questa è la Notte dei Cristalli a Lod», ha dichiarato il sindaco Yair Revivo, evocando i pogrom contro gli ebrei nella Germania nazista del 1938, che ha chiesto al premier Netanyhau di dichiarare «lo stato di emergenza della città». Il primo cittadino ha parlato di «un’Intifada degli arabi israeliani. Sono bruciate le sinagoghe, come centinaia di auto – ha aggiunto -. Centinaia di teppisti arabi stanno percorrendo le strade. È scoppiata la guerra civile».

Sul conflitto in corso è in programma per oggi, 12 maggio, un incontro urgente del Consiglio di sicurezza Onu: il secondo in 3 giorni, dopo quello di lunedì, concluso senza un comunicato congiunto. Dall’inviato delle Nazioni Unite per la pace in Medio Oriente Tor Wennesland l’appello: «Fermate immediatamente il fuoco». La spirale di violenza tra Israele e gli islamisti di Hamas che controllano Gaza, ha detto, si sta «intensificando verso una guerra su vasta scala. I leader di tutte le parti devono assumersi la responsabilità della riduzione dell’escalation». In serata anche gli Stati Uniti di Joe Biden si sono appellati ad entrambe le parti per porre fine alle «deplorevoli morti di civili» e hanno rilanciato la soluzione dei due Stati come unica via d’uscita possibile alla crisi mediorientale. Niente di tutto questo però è bastato a fermare le bombe.

12 maggio 2021