Guerra: cresce la paura in Moldova
Clima di tensione a Chişinău e in tutta l’area sud al confine con l’Ucraina. Preoccupano i bombardamenti su Odessa, l’instabilità della Transnistria e l’avvicinarsi del 9 maggio, il Giorno della vittoria sul nazismo, che Putin sfrutterà per dimostrare la potenza militare del Paese
Sala la tensione in Moldova e nella regione Sud, al confine con L’Ucraina. Un chiaro segno di allerta è il fatto che nelle strutture di accoglienza della Chiesa cattolica locale a Chişinău gli operatori hanno cominciato ad accogliere i primi transnistriani che fuggono dalla Transnistria. «Ci troviamo quindi con gli ucraini che hanno paura e pensano di andare via dalla Moldova e con i transnistriani che hanno lasciato la Transnistria e chiedono l’accoglienza da noi». A parlare da Chişinău del clima che si respira in questi giorni in Moldova è il vescovo Cesare Lodeserto, vicario generale della diocesi di Chişinău. Non solo nella Capitale moldava ma in tutta l’area, «c’è un clima di timore». Preoccupano i bombardamenti su Odessa e soprattutto la vicinanza della data del 9 maggio, il Giorno della vittoria sul nazismo, il V-day, che celebra ogni anno la fine della seconda guerra mondiale. A Mosca sono iniziati i preparativi per la parata militare del 9 maggio, una data altamente simbolica, che il presidente Putin sfrutterà per dimostrare alla Russia e al mondo la potenza militare del Paese e la vittoria oggi contro la «nazificazione dell’Ucraina», secondo le parole dello stesso Putin. Proprio per evitare provocazioni pericolose e possibili scontri, in vista del 9 maggio, il governo moldavo ha votato una legge che proibisce l’uso di tutti i segni che possono in qualche modo rifarsi alla simbologia russa come la Z, la V e la striscia di San Giorgio.
Sono giorni caldissimi, in Moldova. Martedì 3 maggio, racconta il vicario generale della diocesi, c’è stato un nuovo tentativo di distruggere le antenne dell’emittente radiotelevisiva in Transnistria. Nella regione separatista ormai sta diventando sempre più difficile entrare. «C’è un clima molto rigido anche di controlli. Hanno collocato numerosi check point, addirittura con fermi e interrogatori». Segnali di allerta arrivano anche dalla Gagauzia, regione autonoma che si trova a sud, al confine con la Romania, dove nell’aprile 2015 è stato eletto alla carica di governatore un rappresentante delle posizioni autonomiste e filorusse. Qui il governo ha votato una legge contraria a quella del governo moldavo centrale sull’uso della striscia di San Giorgio e di altri simboli filo-russi. Inoltre, sempre nei giorni scorsi, il vescovo ortodosso di Balti, il metropolita Marcel, è andato in giro esponendo la striscia di San Giorgio come sfida al governo. Insomma, commenta Lodeserto, «sono tutti segnali di un movimento filorusso sul territorio che comincia a fare rumore e che potrebbe riemergere nei prossimi giorni attraverso una presenza popolare di richiesta di appoggio politico alla Russia». La partita è in mano a Putin. Ma ogni sua mossa getta benzina su una situazione già molto delicata. Un dato è certo: in tutta questa situazione di guerra, instabilità economica e incertezza politica, «cresce il consenso filo russo nei confronti di Putin».
Proprio per questo motivo, significativa è stata la visita che il presidente del Consiglio europeo Charles Michel ha fatto ieri, 4 maggio, in Moldova dove ha incontrato la presidente Maia Sandu e visitato un centro per rifugiati ucraini a Chişinău. «Gli attacchi nella regione della Transnistria sono preoccupanti – ha detto la presidente Sandu in conferenza stampa -. La nostra analisi mostra che questi incidenti sono stati provocati dalle forze pro-guerra all’interno della regione. Allo stesso tempo, abbiamo sentito le minacce dei generali russi sulla loro intenzione di raggiungere la Transnistria. Ovviamente queste sono dichiarazioni irresponsabili e preoccupanti». Il capo dello Stato ha aggiunto che le autorità di Chisinau stanno facendo il possibile per mantenere la calma sociale: «Stiamo cercando di fare tutto il possibile per scoraggiare tali incidenti e provocazioni volti a destabilizzare la situazione in Moldova». Il presidente del Consiglio europeo Michel ha assicurato il pieno sostegno dell’Unione Europea. «L’Ue – ha detto – è completamente solidale con la Moldavia. È nostro dovere europeo aiutare il Paese e aumentare il nostro sostegno alla sua stabilità, sicurezza e integrità territoriale». Da qui l’annuncio che l’Unione europea «quest’anno ha in programma di aumentare significativamente» il sostegno militare alla Moldavia, «fornendo ulteriori equipaggiamento alle sue forze armate».
«Come Chiesa e come uomini di fede invochiamo sempre la pace – assicura il vicario generale della diocesi -. Invitiamo la popolazione a essere sempre molto prudenti a qualsiasi forma di provocazione da qualsiasi parte possa arrivare. Il nostro atteggiamento deve essere quello di un popolo che sa dialogare con tutti, costruire ponti di pace, come dice continuamente Papa Francesco, e non certamente essere motivo e luogo di divisione. Siamo uomini di fede e rispondiamo al Vangelo del dialogo, dell’incontro, della reciprocità». (M. Chiara Biagioni)
6 maggio 2022