“Grazie Gigi”
L'ultimo saluto di Roma al "mattatore" scomparso il 2 novembre. La sosta simbolica in Campidoglio, quindi, al Silvano Toti Globe Theatre, che sarà intitolato a Proietti, il ricordo commosso di amici e attori
Roma saluta il “mattatore”. Si sono svolti questa mattina, 5 novembre, i funerali di Gigi Proietti, morto il giorno del suo 80° compleanno, il 2 novembre scorso, a causa di gravi problemi cardiaci. Le restrizioni dovute al Covid-19 non hanno permesso l’afflusso delle tante persone che sicuramente avrebbero reso omaggio a “Mandrake”, il cui sorriso in questi giorni ha “colorato” i monumenti di Roma con le fotografie proiettate sul Colosseo e sul Campidoglio. Anche l’Auditorium Parco della Musica gli rende omaggio con una foto proiettata sulla cupola della Sala Sinopoli che lo ritrae con le braccia spalancate che abbracciano il suo pubblico e tutta Roma, lo sguardo sorridente, in una delle sue repliche di “Cavalli di Battaglia”.
La cerimonia funebre, trasmessa in diretta su Rai 1 nel giorno di lutto cittadino, si è svolta in forma strettamente privata e in tre momenti distinti. Lasciata la clinica Villa Margherita, dove Proietti è morto, il feretro alle 10 ha raggiunto il Campidoglio per una sosta simbolica. Al seguito l’auto con a bordo la compagna di una vita Sagitta Alter e le figlie Carlotta e Susanna. Scortato dagli agenti della polizia municipale e dai carabinieri, arma che Proietti ha rappresentato indossando per molti anni i panni del maresciallo Rocca, il carro funebre, accolto dal saluto del picchetto d’onore, ha fatto il giro della piazza sostando qualche istante sotto la statua di Marco Aurelio. Qui l’omaggio di Marcello De Vito, presidente dell’Assemblea Capitolina in rappresentanza del sindaco Virginia Raggi, in isolamento per aver contratto il coronavirus.
Dopo aver attraversato piazza Venezia, via del Corso, piazza Barberini, via Veneto, il feretro ha raggiunto il Silvano Toti Globe Theatre, fedele ricostruzione del teatro shakespeariano di Londra. «Il suo regno», lo ha definito Marisa Laurito. Nato nel 2003, il teatro elisabettiano di Villa Borghese era diretto da Gigi Proietti, che lo aveva voluto, e a lui sarà intitolato. Proietti amava molto il drammaturgo inglese e proprio come lui, quasi legati da un sottile filo del destino, è morto lo stesso giorno del compleanno.
Durante il tragitto piccoli gruppi di cittadini hanno salutato l’attore romano con un applauso mentre qualcuno urlava «Grazie Gigi». Accolto dalle maestranze artistiche, al Globe Theatre l’istrionico attore romano è stato ricordato da amici e attori, non solo da colleghi che hanno calcato il palcoscenico con lui ma anche da quanti si sono formati nella scuola di esercitazione scenica voluta dal “maestro” al teatro Brancaccio, che ha diretto dal 1978 al 2007. Tra loro Pino Quartullo, Flavio Insinna ed Enrico Brignano. Dopo un lunghissimo e commosso applauso, il sindaco Virginia Raggi, in collegamento Skype, ha promesso che «appena la pandemia sarà finita sarà organizzato qualcosa di grande» per Gigi Proietti, che «ha dato tanto ai romani. Oggi Roma si stringe in un abbraccio fortissimo alla famiglia – ha aggiunto – e inizia a restituire l’amore che ha ricevuto». Raggi ha rimarcato che Proietti non è stato solo «un grande artista, un grande attore e intellettuale ma soprattutto una grande persona capace di parlare con tutti e di far sentire tutti a proprio agio».
Con la voce rotta dalla commozione, Marisa Laurito ha confessato di aver rivisto l’altra sera “Preferisco il paradiso”, pellicola nella quale Proietti interpretava san Filippo Neri, e di aver «capito che non bisogna essere tristi perché Gigi è qui e guarda tutti con il suo sorriso sornione». Per l’attrice partenopea, «nessuno assomiglierà» a Proietti né potrà mai imitare «l’energia pura che esprimeva sul palcoscenico». Da Edoardo Leo il «saluto commosso e composto di un’intera categoria» e un «grazie» a nome dell’associazione Unita per aver insegnato a tanti la bellezza del teatro popolare. Se per Laurito l’attore è stato «un monumento» dell’arte che «non sarà mai dimenticato», per Paola Cortellesi ha rappresentato «un faro», aiutando tanti a realizzare «un sogno». Fu proprio durante uno spettacolo di Proietti al Sistina che la Cortellesi, all’epoca un’adolescente, decise «di intraprendere la carriera artistica».
Tutti hanno ricordato l’umanità del mattatore e gli aneddoti della vita di Gigi hanno suscitato anche qualche risata durante l’omaggio al Globe Theatre, che le maestranze «si impegneranno a portare avanti facendo del proprio meglio», ha garantito Valentina Marziani, la prima Giulietta al teatro di Villa Borghese. Brignano immagina il “suo” maestro «cesellatore arguto» mentre intraprende «sereno il suo viaggio, certo di aver fatto un buon lavoro». L’ex sindaco di Roma Walter Veltroni è stato l’ultimo a ricordare «l’attore, il cantante, il fantasista e l’amico» la cui morte ha suscitato «grande dolore e stupore nel cuore di milioni di italiani». Nell’anno segnato dalla pandemia, «l’uscita di scena» di Proietti «è veramente troppo», ha aggiunto. Ha quindi ricordato la sua «virtù di riuscire a far ridere» e la caratteristica di «coniugare la qualità e il pubblico come un rabdomante». Il Globe, ha concluso Veltroni, «è un teatro bello come tutti i teatri che donano vita e che presto dovranno tornare a riempirsi di cuori». Dopo l’omaggio al Globe Theatre il feretro ha raggiunto la Chiesa degli Artisti per i funerali, che si svolgono in forma privata a motivo delle norme anti Covid, seguiti in diretta dalla Rai.
5 novembre 2020