Gmg: il cammino riparte dal Campo della grazia

Terminata la messa con il Papa, si scattano le ultime foto. Tra le “istantanee” più significative, «due milioni di ragazzi in silenzio e inginocchiati: un’immagine da brividi»

L’area del Parque Tejo è pressoché deserta. Al termine della Messa con Papa Francesco, evento conclusivo della Gmg di Lisbona, questa mattina, 6 agosto, i pellegrini hanno riposto i sacchi a pelo negli zaini scattando le ultime foto al Campo della grazia che li ha ospitati per 24 ore. C’è chi si è già recato in stazione o in aeroporto per tornare a casa. Chi approfitta per visitare il centro città o per fare un tuffo nell’oceano. Molti si sono radunati nelle vie limitrofe alla ricerca di un posto all’ombra dove consumare il pranzo e scambiarsi le impressioni dell’esperienza vissuta.

In Via do Oriente un gruppo di pellegrini giunto a Lisbona con la diocesi di Roma – che ha portato in Portogallo 600 ragazzi – fa un primo bilancio di un pellegrinaggio iniziato il 1° agosto e che si concluderà il 9 con il rientro a casa. Mattia, 23 anni, seminarista al Pontificio Seminario Romano Maggiore, riassume la sua Gmg in quattro parole: «Ascolto, attenzione, cura e amore». Prima di arrivare a Lisbona i pellegrini hanno fatto tappa a Fatima ed è lì che ha riflettuto sull’importanza dell’ascoltare. «Il sacerdote è chiamato all’ascolto – spiega Mattia, in procinto di iniziare il 5 anno di studi in seminario -. In primo luogo deve ascoltare Dio nella preghiera, poi deve essere capace di ascoltare se stesso per fare un continuo discernimento e deve porgere orecchio e cuore alle necessità altrui perché da essi può apprendere e crescere».

“Attenzione” e “cura” le parole che porta a casa dalla veglia di sabato sera e “amore” quella che maggiormente lo hanno colpito durante la Messa. «Porto a casa l’esperienza dello stare insieme, tutti diversi l’uno dall’altro ma un unico corpo nella stessa fede in Cristo». Se dovesse pensare a una fotografia del pellegrinaggio pensa alla Messa celebrata sulla nave che da Civitavecchia ha portato i pellegrini a Barcellona e all’adorazione del Santissimo Sacramento durante la veglia. «Due milioni di ragazzi in silenzio e inginocchiati è un’immagine che mette i brividi», afferma. Pensando al suo futuro ministero sacerdotale dice senza alcun dubbio che vorrebbe «ripetere l’esperienza della Gmg con i ragazzi che il Signore mi affiderà».

«L’unico momento in cui è lecito guardare una persona dall’alto in basso è quando devi aiutarla a rialzarsi», ha detto il Papa ieri sera ai ragazzi. Una frase che ha tanto colpito Melissa Celeste, 21 anni. «A volte, anche per la società in cui viviamo, siamo umanamente portati a essere egoisti. Mi impegnerò ad aiutare maggiormente il mio prossimo, che sia un amico o no, che abbia solo bisogno di una parola di conforto o di altro. Aiutarlo senza giudicare». Prima di partire si era immaginata una situazione del tutto diversa. «Sono abituata a seguire dalla televisione le celebrazioni del Papa a San Pietro – dice -. Mai avrei immaginato che si potesse creare un clima spirituale anche con balli e canti. È stato bello perché ci hanno portato a Gesù utilizzando il nostro linguaggio».

Al termine della Messa Bergoglio ha annuciato che la prossima Gmg si terrà in Corea del Sud nel 2027. «Mi piacerebbe andarci – dice – , sarebbe una ulteriore occasione di fraternità e di conoscenza di altre culture». Intanto ha stretto amicizia con i ragazzi di altre parrocchie romane e spera di continuare a frequentarli anche una volta tornati a casa. Virginia, 19 anni, ha avuto la conferma che «per vivere la fede non si può rimanere a casa seduti sul divano. Vivere in una città come Roma dove tutti sembrano andare sempre di fretta, sembrano tristi, e poi ritrovarsi qui con coetanei sconosciuti che condividono con te la fede e la gioia, ti fermano per strada per salutarti, per conoscerti, per “battere il cinque” fa capire che ognuno di noi è pieno di gioia da dare agli altri». Pensando a una foto di questa Gmg da appendere alla parete pensa al gruppo a Parco Tejo-Trancão la sera della veglia, con il tramonto alle spalle. Per lei è stato anche emozionante suonare l’organo nella chiesa della Santissima Trinità nel santuario di Fatima. «È un servizio che faccio in parrocchia – racconta – ed è stato molto bello poter provare anche quello». Corea del Sud 2027? «Perché no? – afferma – Lo rifarei magari vivendo tutta la Gmg, dall’inaugurazione alla sua conclusione».

Elvira Stella, 19 anni, porta a casa l’immagine di «folle oceaniche viste solo nei video delle altre Gmg. Giovani come me riuniti in preghiera. Mi ha colpito che il Papa abbia molto parlato del “cammino”, un prosieguo dell’invito di Cracovia quando ci chiese di alzarci dal divano e metterci in cammino. Solo così si può scoprire il bello che c’è al di fuori della propria comunità. A volte ci si sente soli ma in questi contesti si comprendi che non lo sei. Consiglierei a tutti di partecipare a una Gmg con una adeguata preparazione dal punto di vista spirituale». Pensando all’appuntamento con il Giubileo dei giovani che si terrà a Roma nel 2025, come annunciato questa mattina da Papa Francesco, Elvira Stella dice di essere «felice che Francesco si interessi a noi cogliendo ogni occasione per incontrarci». I droni che durante la veglia hanno composto in cielo la scritta “Rise up” collegata alla statua della Madonnina di Fatima con in capo la corona nella quale è incastonato il proiettile che ferì san Giovanni Paolo II, le due immagini da inserire nell’album dei ricordi.

Per Anastasia, 18 anni, è stato un pellegrinaggio «faticoso dal punto di vista fisico» ma torna a casa cambiata. «Uno stravolgimento nel mio solito stile di vita che fa tanto bene – afferma -. Cambiamenti che non si possono provare se si rimane a casa a poltrire. Il cristiano è anche colui che si mette a confronto con i propri limiti e vive una fede dinamica, una fede che deve mettersi in cammino per essere testimoniata a tutti». Nel diario di bordo del pellegrinaggio appunta «il campo pieno alla veglia inquadrato dall’alto con i droni e l’immagine del ponte in lontananza con un flusso continuo di ragazzi». A Roma 2025 non rinuncerà ma non perché è “a casa” «ma perché bisogna cogliere ogni occasione per vivere la fede in comunione con gli altri».

6 agosto 2023