“Gloria”, un omaggio alle donne

Pellicola di esordio di Margherita Vicario, il film nasce dalla volontà di far conoscere la storia delle musiciste e compositrice vissute negli orfanotrofi italiani tra XV e XVII secolo

Nel Veneto del 1800 in un vecchio istituto musicale, un gruppo di ragazze prende l’iniziativa di provare a utilizzare sconosciuti strumenti. Da questo incipit anomalo parte Gloria, film storico, in sala dall’11 aprile. Una notizia scuote quel luogo consegnato a una nervosa ma pigra tranquillità: proprio lì arriverà in visita il nuovo Papa, Pio VII. Niccolò Maria Luigi Chiaramonti, nato a Cesena il 14 agosto 1742, divenuto Papa Pio VII, muore a Roma il 20 agosto 1823. All’inizio del XIX secolo, trovandosi a passare per il Veneto, fa sapere di avere l’intenzione di andare in visita all’Istituto musicale Sant’Ignazio dove appunto sono accolte donne per farne educande e trovar loro marito. La notizia provoca scompiglio a cominciare dal sacerdote maestro del coro, che da subito appare esagitato e incerto sul da farsi. Il maestro vorrebbe comporre qualche aria memorabile da presentare al pontefice a ricordo di quella visita.

La sceneggiatura nasce dalla volontà di far conoscere a un pubblico più ampio la storia delle donne musiciste e compositrici vissute in diversi orfanotrofi italiani tra il XV e il XVII secolo, fra cui future collaboratrici del compositore Antonio Vivaldi. Non si tratta ancora una volta di andare alla ricerca di occasioni nelle quali molte donne hanno vissuto private della necessaria libertà creativa. Ma certo se pensiamo alla musica, verifichiamo l’assenza attraverso i secoli di un qualunque apporto femminile. La mancanza di testimonianze ha indotto a costruire una vicenda che, a partire dal chiuso dell’ istituto, si è poi allargata a orizzonti più ampi.

Margherita Vicario, regista esordiente, è nata a Roma il 13 febbraio 1988, nipote del regista Marco Vicario (Roma 1925-2020) e dell’attrice Rossana Podestà (1934-2013), nonché figlia del regista Francesco Vicario. Margherita ha partecipato a qualche film e serie televisiva, prima di approdare al grande schermo. Accanto a queste ragazze, per la regista, c’è la musica come protagonista, e loro per prime usano la musica come linguaggio narrativo.

Certo, il contrasto tra queste ragazze che con caparbietà e passione cercano di imporre un proprio gusto musicale e la presenza di un maestro del coro goffo e impacciato destinato a uscire sconfitto dalla tenzone è forte, passa attraverso percorsi fatti di inganni e beffe, in un crescendo di tensione che corre verso il diapason della visita del pontefice. Col supporto di attrici poco conosciute e di alcuni scanzonati protagonisti maschili (Paolo Rossi in primo piano), la vicenda corre verso un finale forse più adatto a una commedia musicale con parole e musica di imprevedibile sonorità.

L’intensa pastosità della fotografia offre alle immagini un sapore d’epoca denso e suggestivo che restituisce la realtà di quel tempo. Film rabbioso, ora femminista ora pervaso da un sottile anticlericalismo, che fa riflettere su come si viveva nel 1800.

8 maggio 2024