Global compact, le ong: «L’Italia non può rimanere sulla soglia»

Cini e Aoi esprimono piena fiducia al Parlamento che dovrà decidere sull’adesione italiana al documento. «Adottarlo per una migrazione sicura significa che nessuno Stato verrà lasciato solo»

«Il Global Compact per una migrazione sicura, ordinata e regolare rappresenta un’opportunità unica per gli Stati». È un momento cruciale per l’Italia, paese di transito e destinazione dei flussi migratori verso l’Europa. È il momento di promuovere una condivisione di responsabilità a livello globale e perseguire soluzioni umane ed efficaci. L’Italia non può rimanere sulla soglia, mentre la comunità internazionale decide di cooperare. «Questo è il momento di agire. Adottiamo il Global Compact per la migrazione».  È l’appello a governo e parlamento delle ong italiane in vista della conferenza intergovernativa di Marrakech del 10 e 11 dicembre per l’adozione del documento, a cui l’Italia non parteciperà dopo aver rimandato la decisione del Parlamento se sottoscrivere o meno il testo delle Nazioni Unite.

Il Coordinamento Italiano ong Internazionali (Cini) e l’Associazione delle Organizzazioni Italiane di Cooperazione e Solidarietà Internazionale (Aoi) in una nota esprimono rammarico per il cambiamento di decisione rispetto alla linea italiana finora comunicata a livello internazionale (non ultima durante la partecipazione del Presidente del Consiglio Conte alla 73ª Assemblea Generale delle Nazioni Unite lo scorso 26 settembre 2018)  manifestano «piena fiducia al Parlamento, a cui spetterà ora il voto circa il sostegno italiano al Global Compact, una decisione fondamentale, che permetterebbe agli Stati membri dell’ONU di assicurare – per la prima volta nella storia – una risposta condivisa e coordinata al tema delle migrazioni». E chiedono di «confermare il sostegno che l’Italia ha già dimostrato in fase di negoziazione del testo».

Ma cosa significa sottoscriverere il Global Compact?  «Adottare un quadro di riferimento comune, che permetta agli Stati di cooperare – fra loro e con molteplici stakeholder – verso soluzioni condivise ed efficienti, rispettose dei diritti umani e opportunamente collegate agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile – sottolineano le Ong -. Il documento è volto a stabilire principi, impegni e intese tra gli Stati in materia di migrazione internazionale; rafforzare il coordinamento intergovernativo rispetto ai fenomeni migratori; sviluppare politiche condivise di cooperazione internazionale in materia di mobilità umana e migrazione internazionale».

Cini e Aoi ricorda che l’adozione di tale documento «non pregiudica in nessun modo l’applicazione del diritto sovrano degli Stati di determinare le proprie politiche migratorie,né di controllare i propri confini esterni; allo stesso tempo, il Gcm non implica di per sé nessun obbligo aggiuntivo rispetto a quanto già previsto dal diritto internazionale. La sua adozione permetterebbe invece di amplificare e massimizzare l’impatto delle azioni messe in campo, a beneficio di tutti: Stati membri, comunità, migranti».

L’obiettivo del documento è «promuovere una visione a 360 gradi sulle migrazioni internazionali, garantire una gestione efficace e sostenibile dei fenomeni migratori a livello globale e valorizzare la mobilità umana quale motore dei processi di sviluppo sostenibile, nella convinzione comune che una migrazione sicura, ordinata e regolare sia funzionale per tutti, in particolare quando ha luogo in maniera informata, pianificata e volontaria. Mai come oggi riteniamo necessario un rafforzamento della cooperazione tra paesi per garantire un’efficace ed umana gestione dei fenomeni migratori, in particolare per quanto riguarda le categorie più vulnerabili, inclusi i minori, in particolare se separati dalle proprie famiglie o non accompagnati».

 

 

3 dicembre 2018