“Global climate strike for future”: i ragazzi in piazza per l’ambiente

1.700 appuntamenti in 126 nazioni: è la più grande iniziativa studentesca globale in difesa dell'ambiente. A Roma, tutti a piazza Madonna di Loreto

1.700 piazze in 126 nazioni. Solo in Italia, coinvolte 182 città: su tutte Roma, Milano, Torino, Venezia, Padova, Bologna, Firenze, Ancona, l’Aquila, Napoli, Cagliari, Palermo. Nessun simbolo di partito. Nessuna bandiera. Solo cartelli e striscioni per chiedere ai governi dei rispettivi Paesi interventi concreti contro il riscaldamento globale, l’inquinamento e i cambiamenti climatici. Quella di oggi, venerdì 15 marzo, è la più grande iniziativa studentesca globale in difesa dell’ambiente: il “Global climate strike for future”, innescato dalla protesta silenziosa e pacifica di Greta Thunberg, attivista 16enne svedese, che un gruppo di parlamentari norvegesi ha candidato per il Premio Nobel per la pace.

“FridaysForFuture”: questo lo slogan che accompagna l’iniziativa lanciata ormai da settimane, alla quale le adesioni crescono di ora in ora. «Il 15 marzo lo sciopero nelle scuole continua. Abbiamo bisogno di tutti. Passa parola!», scriveva qualche giorno da Greta su Twitter. E il suo invito è stato raccolto da sempre più movimenti e associazioni. Sul sito dei #FridaysForFuture, aggiornato in tempo reale, vengono elencati in ordine alfabetico tutti i Paesi partecipanti e il numero di piazze coinvolte negli scioperi studenteschi. L’Italia, al momento, il Paese più attivo.

A Roma l’appuntamento è alle 10.30 alla fermata della metro B Colosseo, da dove partirà una  passeggiata fino a piazza Madonna di Loreto. Qui alle 11 prende il via il programma della mattinata, con musica dal vivo, gli interventi del geologo Mario Tozzi e di studenti di ogni età, dalle elementari all’università. Accanto ai ragazzi, anche tanti docenti e presidi di diversi istituti: alla serata di ieri, 14 marzo, quelli aderenti in tutta la Capitale erano 32. Alcune scuole hanno scelto di applicare il regolamento delle gite: nessuna assenza se studenti e docenti usciranno insieme; altre di giustificare l’assenza. In tutta Italia, una risposta superiore a ogni aspettativa, montata di ora in ora. L’Unione degli studenti ha chiesto il blocco della didattica per questa giornata di protesta che ha coinvolge anche elementari e università. Come quella de L’Aquila, in piazza con la rettrice Inverardi e i ricercatori del Cetemps, previsori di eventi estremi.

Nella foto, un momento della manifestazione romana

«Non posso che dirmi vicino a questi ragazzi e a questa grande battaglia: è in gioco il loro futuro e i governi di tutto il mondo non fanno ancora abbastanza per salvaguardarlo. Per questo, annuncio che, come Unicef Italia, abbiamo deciso di aderire alla manifestazione mondiale». A parlare è Andrea Iacomini, portavoce di Unicef Italia. «Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità – sottolinea – ogni anno 7 milioni di morti sono riconducibili all’esposizione a fonti di inquinamento». E i bambini sono «tra i gruppi maggiormente a rischio». Iacomini cita lo studio Unicef “Danger in the Air: How air pollution can affect brain development in young children” per ricordare che «sono circa 17 milioni i bambini con meno di un anno di età che vivono in aree in cui l’inquinamento atmosferico è di almeno 6 volte superiore ai limiti internazionali. Il benessere dei bambini in ogni suo aspetto – aggiunge -dipende molto dall’ambiente in cui vivono, ed è per questo necessario fin da subito iniziare a ridurre drasticamente le emissioni di gas serra scongiurando in questo modo il surriscaldamento globale».

I disastri climatici, la diffusione di malattie trasmesse da vettori, la scarsità d’acqua e il livello del mare in aumento, afferma il portavoce di Unicef Italia, «sono tutti fenomeni in grado di minare i diritti fondamentali dei bambini, specialmente quelli in condizioni di povertà». Proprio per questo «chiediamo alle istituzioni di promuovere politiche che contribuiscano a ridurre l’esposizione dei bambini ad agenti dannosi e fonti d’aria inquinata, anche attraverso l’adozione di misure che migliorino la consapevolezza e il monitoraggio dell’inquinamento. Sono gli stessi bambini e ragazzi a chiedere risposte immediate – conclude Iacomini -. Domani è già tardi. Bisogna agire adesso».

15 marzo 2019