Gli “Ospedali aperti” della Siria per le vittime del terremoto

265 le cure erogate grazie al progetto voluto nel 2017 dal nunzio apostolico Zenari. Il video diffuso da Avsi, in vista della VII Conferenza di Bruxelles, il 14 e 15 giugno

Era il 2017 quando nasceva, in Siria, il progetto “Ospedali aperti”, promosso dal nunzio apostolico Mario Zenari, che vede come partner tecnico la Fondazione Avsi e gode del patrocinio del dicastero pontificio per il Servizio allo sviluppo umano integrale. Grazie a quel progetto, dopo il terremoto che ha colpito il Paese nella notte tra 5 e 6 febbraio scorso, sono state 265 le cure erogate ai siriani. Se ne parla in un video diffuso da Avsi, anche in vista della VII Conferenza di Bruxelles “Sostenere il futuro della Siria e della regione”, il 14 e 15 giugno.

Le Conferenze di Bruxelles, spiegano dall’Ue, hanno il duplice obiettivo di mobilitare aiuti umanitari e finanziari per il popolo siriano – sia per quanti vivono in Siria che per quelli che si trovano nei Paesi vicini – e per le comunità di accoglienza in tutta la regione, coinvolgendo nel contempo la comunità internazionale a sostegno di una soluzione politica globale e credibile al conflitto in Siria, in linea con la risoluzione 2254 (2015) del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite.

Nel video di Avsi c’è la storia di due giovani donne di Aleppo, Nanour e sua sorella, rimaste vittime del terremoto. «Dopo il terremoto i siriani erano tutti con il morale a terra – raccontano -. Prima usavamo le case come rifugio dai bombardamenti, ora, dopo il sisma, abbiamo paura anche dentro casa». Dopo la scossa, le due donne sono fuggite in cortile rimanendo sotto le macerie del palazzo di fronte e riportando gravi fratture. Oggi dopo le cure nell’ospedale St. Louis ad Aleppohanno ripreso a vivere e Nanour sta pensando di sposarsi appena le condizioni di salute lo renderanno possibile. «Spero che la vita migliori per i siriani e che tutto torni come prima», è il suo auspicio.

13 giugno 2023