Gli «equilibristi della povertà»

Presentato il terzo Rapporto Caritas "La povertà a Roma: un punto di vista". Il vescovo Palmieri: «È fuori di dubbio che chiunque si trovi ad amministrare questa città ha difronte enormi difficoltà». L'invito a fare sistema

Pagare l’affitto o le utenze o il cibo da portare a tavola. È la scelta davanti alla quale si ritrovano ogni giorno gli “equilibristi della povertà”, nuova categoria di poveri in crescita a Roma. Persone che percepiscono un reddito sufficiente per pagare un affitto o anche un mutuo, a discapito della spesa o delle bollette. È la novità principale del terzo Rapporto Caritas “La povertà a Roma: un punto di vista”, curato da Elisa Manna, responsabile Centro Studi della Caritas diocesana di Roma, sulla base dei dati raccolti dai 157 centri d’ascolto parrocchiali, dai tre diocesani e dalle 52 opere-segno sparse su tutto il territorio. «Un rapporto che rischia di cadere nel vuoto in una società attraversata da una grave crisi antropologica», ha affermato il vescovo Gianpiero Palmieri, delegato diocesano per la carità, intervenuto questa mattina, martedì 26 novembre, alla presentazione dell’indagine, nella sala “Cardinale Ugo Poletti” del Palazzo Lateranense. L’incontro è stato anche occasione per illustrare le iniziative del Piano freddo diocesano.

Il vescovo ha ricordato che solo fino a qualche anno fa le fragilità «attivavano le energie migliori della società, risvegliavano la voglia di fare e spingevano a realizzare canali di solidarietà». Oggi, invece, «non si tiene più conto del bene comune», ha proseguito Palmieri, avvertendo che solo rimettendo al centro i poveri Roma potrà cambiare. Urge un «sussulto» che la renda «più umana, più vivibile e maggiormente piena dello spunto del Vangelo rispetto a oggi». Leggendo i dati del rapporto si potrebbe pensare «a un bollettino di guerra» e a una città «grigia e deprimente», ha detto il direttore della Caritas diocesana don Benoni Ambarus. Dal punto di vista dell’organismo pastorale, invece, il rapporto 2019 rappresenta «un guanto sociale lanciato dai deboli come una sfida da accogliere».

Gianpiero Palmieri, Don Benoni Ambarus, Caritas presentazione rapporto povertà e piano freddo 2019Nel capitolo dedicato agli “equilibristi della povertà” si legge che hanno tra i 30 e i 44 anni, un reddito modesto e risiedono perlopiù nel V e VI municipio. Non si salvano neanche il I e il II municipio, considerati i più “ricchi”, dove vivono under 44 con redditi fortemente ridotti. «Questo significa che si può passare in un attimo da una situazione serena alla povertà», ha rimarcato Palmieri. Dal rapporto risulta che l’incidenza della popolazione straniera a Roma è di 13,4%, a fronte di Milano con il 19,8 %, Firenze con il 16,3 %, Torino con il 15,1%. Soffermandosi sul fenomeno migranti Palmieri ha rilevato l’urgenza di favorire occasioni di incontro. «Le diffidenze e le ostilità nei confronti degli stranieri sono palpabili – ha dichiarato -. Si intuisce anche dalla diffidenza che a volte c’è verso il magistero di Papa Francesco».

I debiti schiacciano solo nel Lazio quasi 208mila persone. Una risposta viene dalla Chiesa cattolica, che attraverso le fondazioni anti usura assiste ogni anno 8mila famiglie. La Fondazione Salus Populi Romani, nello specifico, ha fornito garanzie per oltre 6 milioni a più di 300 persone. Don Benoni Ambarus a tal proposito si è soffermato sulle revolving card distribuite «tanto nei supermercati quanto nelle sale con le slot machine. Strumenti di usura legalizzata e di sciacallaggio finanziario». La povertà romana non riguarda solo l’aspetto strettamente economico ma cresce anche quella culturale, educativa e relazionale. Tra l’anno scolastico 2015/2016 e quello 2018/2019 la dispersione scolastica è cresciuta del 19,6% e ben 2.442 minori hanno abbandonato gli studi.

Elisa Manna, caritas presentazione rapporto povertà e piano freddo, 26 novembre 2019Nel capitolo dedicato a “Genitorialità difficile e famiglie fragili” è spiegato che per quel che riguarda l’offerta di servizi le zone di Roma con maggior disagio (municipi VI e XV, Labaro Giustiniana e Prima Porta) presentano un’offerta di asili nido dimezzata rispetto alla media cittadina (42 posti ogni 100 abitanti). Tanti i rischi per le donne. Nel 2017 Roma ha registrato quasi il 70% degli atti persecutori (o stalking) del Lazio e il 74,6% dei maltrattamenti familiari superiori rispetto a quelli subiti da estranei. Per nulla rassicuranti i dati sulle violenze sessuali: tra il 2000 e il 2017 nel Lazio i casi di violenze sessuali sono quasi raddoppiati passando da 275 a 514. Tra il 2000 e il 2018 le donne uccise nel Lazio ammontano a 257, con una media di 14 vittime all’anno.

Capitolo a parte quello della casa. «Intono al tema dell’abitare manca una politica integrata», ha affermato Elisa Manna spiegando che attualmente sono 76mila gli alloggi popolari nella Capitale e 200mila il numero delle persone che vi abitano, mentre circa 12.500 sono i nuclei in lista d’attesa. Di questi alloggi, 28mila sono gestiti dal Comune e 48mila dall’Ater di Roma. Per il futuro, Palmieri e Ambarus concordano che bisogna lavorare in rete e integrare le politiche per la casa, il lavoro, il sostegno sociale. «È fuori di dubbio che chiunque si trovi ad amministrare questa città ha difronte enormi difficoltà», ha spiegato il vescovo. I problemi sono tanti e diffusi ma il rapporto «richiama le istituzioni, le realtà sociali, ecclesiali e laiche a fare sistema e a non essere autoreferenziali. Sulla co-progettualità abbiamo ancora della strada da fare».

26 novembre 2019