Gli “Amici di strada” di San Tommaso Moro portano il presepe a San Lorenzo

Allestite tra le roulotte dei senza dimora le figure sagomate che compongono la Natività. Il cammino della comunità alla scoperta dei personaggi minori

Un gesto di condivisione e di amicizia. Questo è stata la liturgia che ieri sera, 17 dicembre, la parrocchia di San Tommaso Moro ha organizzato a largo Passamonti, a Scalo San Lorenzo, per portare in dono un presepe ai senza fissa dimora che alloggiano in 18 roulotte collocate a ridosso del cimitero monumentale del Verano. «Questo momento di preghiera condivisa ha senso e valore in nome dell’amicizia che i volontari del gruppo parrocchiale “Amici di strada” hanno creato con chi che vive in questo luogo – ha spiegato monsignor Andrea Lonardo, parroco della comunità di via dei Marrucini, commentando la scelta del passo evangelico in cui Gesù afferma “Vi ho chiamati amici” -. Non si tratta di prestare un servizio ma di rapportarsi creando dei legami solidi di fiducia».

Poco meno di una decina di volontari, tra i quali alcuni studenti universitari, ogni giovedì sera vive un momento di incontro, «fatto pure di ascolto da parte nostra rispetto a delle specifiche e concrete necessità, come la mancanza di luce da mesi nel piazzale – spiega Marco Crescenzi, uno degli “Amici di strada” -, ma, a motivo dell’accoglienza che ci viene riservata, noi riceviamo più di quanto diamo, che siano pacchi viveri, come quelli che abbiamo donato, in sinergia con il gruppo Caritas della parrocchia, in questa speciale occasione, o semplice ma non scontata vicinanza».

La proposta di allestire tra le roulotte le figure sagomate che compongono la Natività rientra in un percorso che la parrocchia di San Tommaso Moro sta compiendo in questo tempo di Avvento e che si protrarrà fino all’Epifania. «In queste settimane, stiamo riscoprendo il ruolo e il significato dei personaggi minori del presepe – spiega don Lonardo -, interrogandoci su chi siamo noi all’interno della rappresentazione, ossia in chi ci riconosciamo rispetto alla nostra vita e al nostro vissuto di fede». Ogni venerdì sera, sui canali social della parrocchia, una breve catechesi del parroco introduce appunto una statuina del presepe, legata alla Parola della domenica seguente. «Vuole essere un invito a riscoprire il valore di questa tradizione e della sua funzione, quella di essere un segno – aggiunge il sacerdote -, pensando alle famiglie che lo allestiscono nelle case con i bambini ma anche agli studenti universitari, perché lo riscoprano, imparando a farlo bene». Dall’acquaiolo al falegname, dal pastore che dorme fino ai Re Magi, «ciascun personaggio ci ricorda e ci insegna qualcosa – spiega ancora don Lonardo -, come quello di questa settimana, il pastore della meraviglia, che ci conduce a riconoscere nell’Annunciazione a Maria, e nel suo “Sì”, una vera meraviglia, che anticipa quella del Figlio».

Il presepe è anche custode di una storia e sul ruolo della memoria si fonda un’altra iniziativa che la parrocchia realizzerà in questo tempo di Natale. «Agli anziani ospiti delle strutture che interessano il nostro territorio – illustra Lonardo – invierò delle lettere nelle quali chiederò di raccontare e condividere chi si sentono di essere loro, in questo momento della loro vita e in base alla propria storia, all’interno del presepe, per recuperare, in linea anche con il cammino pastorale diocesano, la memoria di una vita di fede».

18 dicembre 2020