Gli Adulti di Ac a confronto su dialogo, perdono e memoria, vie per la pace

Ai Santi Apostoli l’appuntamento di gennaio con l’archeologa Carla Vaudo. La presidente Calabria: «Vogliamo ascoltare il grido della mancanza di cultura»

Cosa c’entra il pittore Giorgio De Chirico con il perdono? E l’artista austriaco Gustav Klimt con la speranza? Sabato sera, 18 gennaio, durante l’incontro degli Adulti dell’Azione cattolica di Roma nel mese della pace, nella basilica dei Santi XII Apostoli, l’archeologa Carla Vaudo ha coniugato i temi della pace, della fede e dell’ecumenismo con l’arte. Come da tradizione, ha spiegato la presidente Rosa Calabria, all’inizio di gennaio l’associazione si riunisce per meditare il messaggio del Papa per la Giornata mondiale della pace, celebrata il 1° gennaio, che quest’anno ha avuto come titolo “La pace come cammino di speranza: dialogo, riconciliazione e conversione ecologica”. «Seguendo le linee del cammino pastorale diocesano sul grido della città – ha detto Calabria -, vogliamo ascoltare un grido che forse non si sente: quello della mancanza della cultura. Abbiamo quindi affidato all’arte il messaggio di Papa Francesco, per abitare la città in tutte le sue dimensioni».

La serata è stata suddivisa in due momenti. Carla Vaudo ha prima ripercorso la storia della basilica dedicata agli apostoli Filippo e Giacomo il minore, già parrocchia di illustri famiglie romane come Riario, Colonna, Odescalchi, Stuart. La fondazione risale a Papa Pelagio I a metà del VI secolo; è stata ricostruita e restaurata più volte prima di realizzare l’attuale basilica, in stile barocco, riedificata agli inizi del 1700 dagli architetti Francesco e Carlo Fontana. Custodi della chiesa sono i frati Minori conventuali fondati da san Francesco d’Assisi. L’esperta d’arte si è quindi soffermata sulle principali opere della basilica come l’affresco della volta, raffigurante l’«Apoteosi dell’ordine francescano», eseguito da Giovanni Battista Gaulli, detto Bacicco, e il sepolcro monumentale di Papa Clemente XIV di Antonio Canova. «L’arte è in primo luogo comunicazione», ha detto Vaudo la quale, all’inizio della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani, ha approfondito la figura del cardinale Basilio Bessarione, protagonista dell’ultimo tentativo di riconciliazione tra le Chiese di oriente e occidente, del Concilio di Ferrara e Firenze. Nella cappella funeraria del cardinale, che fu titolare della basilica dei Santi XII Apostoli, sono visibili al pubblico dal 2008 «straordinarie testimonianze artistiche commissionate dal porporato e legate a san Michele Arcangelo, come il “Miracolo del toro sul Monte Gargano” e la “Processione verso il Monte Tumba”».

La pace passa anche attraverso la salvaguardia dei monumenti storici nazionali che «fanno parte dell’identità storica di un popolo, sono simbolo di unità» e per questo motivo, ha spiegato Vaudo, in caso di guerre sono i primi ad essere distrutti, come accaduto a Damasco, Aleppo e Palmira, scelte dall’Unesco come Patrimonio dell’Umanità e gravemente danneggiate dai bombardamenti della guerra in Siria. Nella sala dell’Immacolata del convento dei francescani, attraverso l’ausilio di alcune slide, Vaudo è entrata nel vivo dell’incontro affiancando alle parole dialogo, perdono e memoria contenute nel Messaggio di Papa Francesco «tre capolavori dell’arte». Il mosaico “Gesù Cristo e la samaritana al pozzo”, che orna una parete della basilica di Sant’Apollinare Nuovo di Ravenna, è stato accostato al dialogo. «Solo costruendo relazioni tra le persone e i popoli potremo costruire un mondo di pace», ha detto. E per essere «artigiani di pace» come auspica Bergoglio è necessario «riconciliarsi con il creato e tra noi stessi», ha aggiunto parlando del perdono, tema per il quale ha scelto il dipinto “Il figliol prodigo” di Giorgio De Chirico. Infine, per Vaudo, si può costruire la pace facendo memoria, che, come evidenzia il Papa, è «l’orizzonte della speranza». Per questo l’archeologa ha scelto il dipinto “La Speranza II” di Gustav Klimt. «La speranza aiuta a metterci in moto e a intraprendere un cammino di pace», ha concluso.

20 gennaio 2020