Quando gli aborti diventano “invisibili”

Presentata dal ministero della Salute la relazione sull’applicazione della legge 194. Ne parlano monsignor Manto (Centro diocesano per la pastorale familiare) e Giuseppe Noia (Gemelli)

Calano gli aborti, specie tra le minorenni (3,1/1000 donne) ma aumenta il ricorso alla contraccezione d’emergenza, dopo la liberalizzazione della vendita delle pillole abortive senza ricetta medica (per quella del “giorno dopo” 214.532 confezioni, quasi 53mila in più rispetto alle 161.888 del 2015). Cresce anche il numero delle interruzioni volontarie tardive (oltre i 90 giorni), più che decuplicate rispetto al 1981: gravidanze inizialmente desiderate vengono interrotte dopo una diagnosi prenatale infausta. Sono alcuni dei dati che emergono dalla relazione presentata nei giorni scorsi dal ministero della Salute, per l’anno 2016, sull’applicazione della legge 194 varata nel 1978 sulla tutela sociale della maternità e l’interruzione volontaria della gravidanza. «Il documento è un atto formale – commenta Giuseppe Noia, presidente dell’Associazione italiana ginecologi e ostetrici cattolici – più che un vero strumento di riflessione sulle conseguenze prodotte da questa legge nei suoi primi 40 anni di attuazione».

Il primario di Ginecologia del Policlinico Gemelli invita a una lettura non superficiale dei dati e sottolinea la necessità di un cambiamento di mentalità rispetto all’interruzione volontaria di gravidanza. «È importante stimolare le persone a sapere nel senso etimologico del termine, a comprendere nel profondo le cose» per acquisire consapevolezza, ad esempio, «della manipolazione semantica mediante cui si sposta l’inizio della vita dal momento del concepimento a quello dell’impianto», avallando quindi l’uso delle pillole, del giorno dopo o dei cinque giorni dopo, delle quali «nell’ultimo anno sono state vendute 200mila confezioni nell’indifferenza di una società narcotizzata nella mente e nel cuore». È la scienza a dirlo: nei 7 giorni antecedenti l’impianto si realizza «una forte interazione tra la madre e l’embrione, uno scambio di informazioni destinate a caratterizzare il corredo biologico dell’essere umano da adulto»; negare questo rapporto significa «misconoscere la perdita fisica oltre che psicologica che colpisce la mamma» e, di contro, identificare l’aborto come «un’azione giusta e lecita proprio perché riconosciuta dalla legge».

Sulla consapevolezza delle gestanti lavora la Fondazione “Il cuore in una goccia” che gestisce un hospice perinatale al Gemelli e di cui Noia è presidente: «Offriamo competenza scientifica unitamente a compassione», proponendo un’alternativa. Negli ultimi tre anni, sono mille le famiglie «che abbiamo accompagnato laddove una diagnosi negativa le aveva catapultate nella confusione e nella solitudine», portandole a valutare «l’interruzione tardiva, segno evidente di come la “cultura dello scarto” sia radicata nella nostra società». Della stessa opinione monsignor Andrea Manto, direttore del Centro diocesano per la pastorale familiare, che sottolinea «quanto è leggera e superficiale la percezione della vita, oggi». Il Magistero della Chiesa riconosce questa urgenza e «nell’esortazione apostolica Amoris laetitia ci spinge a far fronte al problema con l’educazione delle nuove generazioni».

In questo contesto, «importante è il lavoro capillare della Fondazione diocesana Ut vitam habeant – chiosa il sacerdote -: cura attività di divulgazione morale e scientifica, nonché sostiene economicamente i corsi di formazione dell’associazione Donum Vitae» organizzati per «educare i più giovani all’affettività e alla gestione responsabile della propria sessualità». Un’azione preventiva, dunque, volta a diffondere una mentalità dell’accoglienza in una società in cui «i bambini sono il futuro dell’umanità» perché «il primo grande valore, oggi, è il capitale umano», sostiene Manto. «L’aborto è una sconfitta per tutti – conclude -: per il bambino cui si nega la vita, per la madre che sperimenta un dramma e per la società, incapace di prospettive di speranza autentica».

31 gennaio 2018