Giubileo Ragazzi, all’Olimpico musica e storie di misericordia

Papa Francesco, con un videomessaggio, si è rivolto ai giovani che hanno gremito lo stadio: «Se non c’è Gesù non c’è “campo” per chiamare gli amici»

Papa Francesco, con un videomessaggio, si è rivolto ai giovani che hanno gremito lo stadio: «Se non c’è Gesù non c’è “campo” per chiamare gli amici» 

“Misericordia I’m Lovin’ it”, “Andiamo con Gesù controcorrente”, e poi, “…È che a volte la musica ci salva”. Il Papa, non molto tempo fa in un messaggio, rivolgendosi ai giovani per il Giubileo «Non preparate solo gli zaini e gli striscioni ma preparate soprattutto il vostro cuore e la vostra mente», e loro lo hanno ascoltato. Così sugli striscioni hanno scritto di aver portato il loro cuore, le loro emozioni. È stata una grande festa quella che hanno vissuto in migliaia sabato sera, 23 aprile, allo Stadio Olimpico di Roma per il Giubileo dei ragazzi, organizzata dal Servizio Nazionale per la Pastorale Giovanile della CEI e condotta da Simone Annichiarico con la partecipazione dell’attrice Tosca d’Aquino.


Momenti di gioia preceduti da una lunga
giornata, aperta con il pellegrinaggio alla Porta Santa, con il percorso dei giovani pellegrini da Castel Sant’Angelo lungo via della Conciliazione per arrivare a Piazza San Pietro. Il colonnato del Bernini si è trasformato in un confessionale all’aperto con i sacerdoti – compreso Francesco – che si sono alternati ininterrottamente dalle 9.30 alle 17.30 per far vivere il Sacramento della Riconciliazione.

Dal maxichermo allestito sul palco, il Papa
si è rivolto ai ragazzi con un videomessaggio, scusandosi per non essere lì con loro: «Non dimenticate che la Porta indica l’incontro con Cristo, che ci introduce all’amore del Padre e ci chiede di diventare misericordiosi, come Lui è misericordioso». Francesco ha esortato a non portare rancore: «Essere misericordiosi vuol dire anche essere capaci di perdono – ha affermato il pontefice- e questo non è facile, eh?». E poi sollevando uno smartphone, sorridendo, ha aggiunto: «Ragazzi quante volte mi capita di dover telefonare a degli amici, pero succede che non riesco a mettermi in contatto perché non c’e campo. Sono certo – ha detto il Papa – che capita anche a voi, che il cellulare in alcuni posti non prenda. Bene, ricordate che se nella vostra vita non c’è Gesù è come se non ci fosse campo! Non si riesce a parlare e ci si chiude in se stessi».

Da Rocco Hunt a Francesca Michielin e poi
Arisa, Moreno, Deborah Iurato, Shari, Dear Jack, Fuoricontrollo e Andrea D’Alessio: tutti pazzi per il selfie con Francesco. Il Papa, prima dello spettacolo serale, in mattinata si era prestato all’ormai immancabile rito dell’autoscatto con i giovani cantanti ricevuti in Vaticano. «Uno dei giorni più belli della mia vita. Grazie Papa Francesco!», ha scritto poi su Twitter il rapper salernitano Rocco Hunt, postando – appunto – un selfie con il pontefice, subito diventato virale.

Sul palco dell’Olimpico non solo musica ma anche testimonianze di riflessione e attenzione alla vita. Come quella dell’astronauta italiano dell’Esa (l’Agenzia spaziale europea) Luca Parmitano, che ha raccontato la sua esperienza nello spazio: «Una sensazione particolare me la ricordo. Guardando la Terra dalla stazione orbitante – ha ricordato l’astronauta – non distinguevo i confini tra una nazione e l’altra, proprio come stasera in questo stadio dove vedo tante bandiere di tanti paesi diversi e non ci sono divisioni. Io – ha aggiunto Parmitano – non ho davanti solo dei giovani, qui davanti a me c’è il futuro». Poi, assieme alla giornalista Letizia Davoli, si è collegato con Houston dove attualmente si trova l’astronauta Paolo Nespoli, in fase di addestramento per una nuova missione spaziale, prevista il prossimo anno.

Tra gli ospiti anche personaggi del cinema, il regista Gianfranco Rosi che sul palco dell’Olimpico ha parlato del suo film “Fuocoammare”, premiato con l’Orso d’oro per il miglior film al Festival di Berlino. «Realizzare questo film è stata un’esperienza lunga, dolorosa e a volte vissuta con grande gioia. Vorrei – ha confidato il regista – che i ragazzi andassero a vedere questo film. Un sogno futuro? Spero – ha aggiunto Rosi – che i paesi europei si confrontino davvero e prendano consapevolezza della tragedia dei migranti e di quelle persone che perdono la vita a largo delle coste per fuggire della guerra».

 

26 aprile 2016