Giubileo, parrocchie aperte per i ragazzi

Le testimonianze di alcune delle 207 comunità che accolgono i partecipanti all’evento giubilare, dal 23 al 25 aprile. Festa all’Olimpico e Messa con il Papa

Le testimonianze di alcune delle oltre 200 comunità che accolgono i partecipanti all’evento giubilare, dal 23 al 25 aprile. La festa all’Olimpico e la Messa con il Papa

Alloggiare i pellegrini. Saranno 207 le parrocchie di Roma che vivranno concretamente, dal 23 al 25 aprile, una delle opere di misericordia di cui tanto si parla in questo Anno Santo. I più giovani accoglieranno e daranno il benvenuto ai loro coetanei che, da tutta Italia, verranno a Roma in occasione del Giubileo dei ragazzi; ne sono attesi 70mila. A San Giuseppe Artigiano, tra via di Portonaccio e la Tiburtina, troveranno alloggio i 95 ragazzi provenienti dalla diocesi di Reggio Emilia. Per don Gianni Di Pinto, dal 2010 nella parrocchia del quartiere Collatino, «sarà un bel momento per metterci al servizio degli altri». Il gruppo degli adolescenti «si è impegnato a sistemare i locali dove dormiranno i nostri ospiti. Sono stati molto pratici, hanno pensato alle colazioni da offrire e alla preparazione di alcuni momenti spirituali da vivere con i loro coetanei». Insieme andranno alla Messa con il Papa del 24 aprile (inizio alle 10) e alla grande festa dell’Olimpico nella serata del 23.

A Santa Felicita e figli martiri, dalle parti di Castel Giubileo, giungeranno 71 giovani dalla diocesi calabrese di Oppido Mamertina-Palmi. Il parroco don Cristian Prestianni e i suoi ragazzi del gruppo Cefa sono pronti all’accoglienza: «Dopo tante esperienze d’incontro in giro per l’Italia, questa volta saranno i giovani della nostra parrocchia ad accogliere chi arriva da fuori. Cercheremo di farli sentire a casa loro. Sarà un’occasione di aggregazione che esprime in modo concreto e visibile la comunione della Chiesa: giovani che si confrontano con i loro coetanei, uniti nell’amore di Gesù Cristo». Alcuni di loro, continua don Prestianni, parteciperanno anche alla Gmg di Cracovia, «per tutti quelli che non potranno partire, invece, abbiamo previsto un periodo di “convivenza” che si farà in agosto in Sicilia, dalle suore missionarie francescane di Partanna, a Palermo».

Durante le giornate del Giubileo dei Ragazzi, sette piazze romane ospiteranno le “Tende della misericordia” che racconteranno ai pellegrini alcune testimonianze sulle opere di misericordia spirituale e corporale: sei di queste saranno gestite dalla Caritas diocesana, una, quella di Santa Maria in Trastevere, dalla Comunità di Sant’Egidio. Tutto quasi pronto, intanto, per la festa giubilare allo Stadio Olimpico. I cancelli saranno aperti alle 17.30 di sabato 23. Alle 20.30 inizierà il grande concerto condotto da Simone Annichiarico. Sul palco con lui tanti artisti vicini al mondo dei più giovani, da Lorenzo Fragola a Francesca Michielin e ancora Rocco Hunt, Giovanni Caccamo, Moreno, Deborah Iurato, Shari, Arisa, Andrea D’Alessio, Fuoricontrollo, Dear Jack. Previsto anche il contributo del coreografo di tv e teatro Manolo Casalino.

«L’idea – spiegano gli organizzatori – è quella di offrire una serata di puro intrattenimento, nella quale i ragazzi si sentano coinvolti in prima persona. Attraverso la danza, la musica, la comicità si tenterà di puntare il dito contro il bullismo, la discriminazione, l’odio, il rifiuto, la violenza e, soprattutto, promuovere la cultura della vita e del rispetto». Don Michele Falabretti, responsabile del Servizio nazionale per la pastorale giovanile, ha precisato che «con questa serata ci piacerebbe che passasse un messaggio di stile. Vogliamo stare dentro al mondo, perché i ragazzi si confrontano quotidianamente con i messaggi che arrivano dallo spettacolo, dalla musica alla televisione. Vogliamo farlo però con occhio critico, cercando di cogliere il buono e il bello che c’è. È una sfida, persino un po’ rischiosa. Ma non possiamo lasciare soli i ragazzi dentro questo mondo, “isolandoli” dai contesti con i quali hanno a che fare tutti i giorni. Credo che l’educazione abbia a che fare anche con questa capacità di rischiare attraverso il dialogo e il confronto».

19 aprile 2016