Giubileo, aperta dall’arciprete Harvey la Porta di San Paolo
Alta 3,71 metri e larga 1,82, illustra il tema della Trinità. Alla base un distico che augura il dono della salvezza eterna a quanti entrano nel tempio
Alta 3,71 metri e larga 1,82, illustra il tema della Trinità. Alla base un distico in latino che augura il dono della salvezza eterna a quanti entrano nel tempio
È stato il cardinale arciprete James Harvey, delegato del Papa, ad aprire domenica 13 dicembre la Porta Santa della basilica di San Paolo fuori le Mura, proprio mentre Francesco apriva quella della cattedrale di Roma, la basilica di San Giovanni in Laterano. “Ad sacram Pauli cunctis venientibus aedem – sit pacis donum perpetuoquoe salus”, recita il distico augurale posto alla base. Vale a dire: “A quanti vengono nel santo tempio di Paolo sia concesso il dono della pace e della salvezza eterna”. Doni di quella misericordia sulla quale si è soffermato il porporato nell’omelia della Messa che ha fatto seguito all’apertura della Porta Santa. A partire dal motto di questo Giubileo straordinario: “Misericordiosi come il padre”.
«Nella misericordia – ha detto il cardinale – abbiamo la prova di come Dio ama. Egli dà tutto se stesso per sempre; ci salva dalla debolezza in cui viviamo, facendoci cogliere la sua presenza e la sua vicinanza. E giorno dopo giorno, toccati dalla sua compassione, possiamo anche nio divenire compassionevoli verso gli altri». Centrale quindi il sacramento della riconciliazione, che lo stesso pontefice mette in rilievo proprio perché «permette di toccare con mano la grandezza della misericordia, affinché diventi ponte che conduce alla vera pace interiore». Tutti dunque, ha continuato l’arciprete di San Paolo, siamo chiamati a vivere questa misericordia ricevuta in dono nella celebrazione della riconciliazione.
«Questo è il tempo per la Chiesa di ritrovare il senso della missione, per far sentire a tutti gli uomini quell’amore di Dio che perdona, che consola e che dona la speranza», le parole del cardinale Harvey. L’invito quindi è quello a riscoprire le opere di misericordia sia spirituali che corporali, guardando a questo Giubileo appena iniziato come una nuova partenza, nella quale la Chiesa, «a nome di Cristo, il Buon Samaritano per eccellenza, proclama con rinnovata forza e insistenza all’umanità intera, cristiana e non, che l’amore di Dio è più forte dei nostri peccati».
La Porta Santa della basilica di San Paolo fuori le Mura, alta 3,71 metri e larga 1,82, dedicata al tema della Trinità, è la terza ad aprirsi nella Capitale, dopo quella di San Pietro e in contemporanea con quella di San Giovanni in Laterano. Il prossimo 1° gennaio, solennità di Maria Madre di Dio, sarà di nuovo Francesco ad aprire la Porta Santa della basilica di Santa Maria Maggiore. Prima di allora, venerdì 18 dicembre aprirà quella della Carità, all’Ostello Caritas di via Marsala.
14 dicembre 2015