Giovedì Santo il Papa a Rebibbia femminile per la Messa in Coena Domini

Il 28 marzo alle 16 la visita in forma private nella Casa circondariale, dove era già stato nel 2015, ma nel Nuovo complesso. L’incontro con le detenute e gli operatori della struttura, la più grande tra le 4 carceri femminili d’Italia e una delle più grandi d’Europa

La notizia è arrivata questa mattina, 6 marzo, dalla Prefettura della Casa pontificia con una nota: «Il 28 marzo, Giovedì Santo, alle ore 16 il Santo Padre si recherà, in forma privata, alla Casa circondariale femminile di Rebibbia in Roma, per celebrare la Santa Messa in Coena Domini e incontrare le detenute e gli operatori della struttura». Per Francesco, si tratta di un ritorno tra le mura dell’istituto penitenziario romano, dove era già stato nel 2015, visitando però il Nuovo Complesso, dove aveva celebrato la Messa in Coena Domini con gli oltre 300 reclusi e operatori e compiuto il rito della Lavanda dei piedi a sei uomini e sei donne.

Continua, insomma, la tradizione avviata da Bergoglio dall’inizio del suo pontificato, con la decisione di non celebrare più la Messa nella Cena del Signore nella cattedrale di Roma, la basilica lateranense, a vantaggio delle “periferie esistenziali”: luoghi simbolici dove il dolore si trasforma in percorsi di rinascita. Ecco allora la scelta del carcere minorile di Casal del Marmo, a Roma, nel Giovedì Santo del 2013, con il rito della lavanda dei piedi a 10 ragazzi e 2 ragazze di nazionalità e confessioni diverse.

L’anno dopo, nel 2014, il Giovedì Santo di Francesco era stato con i ragazzi della Fondazione Don Carlo Gnocchi – Centro Santa Maria della Provvidenza: una struttura di accoglienza, assistenza e riabilitazione, nel quartiere di Casalotti – Boccea. Nel 2015 la tappa al Nuovo complesso di Rebibbia, quindi, nel 2016, la celebrazione al Centro di accoglienza per richiedenti asilo di Castelnuovo di Porto, con 890 migranti di diverse nazionalità.

Nei tre anni seguenti, la scelta è caduta sempre su un istituto penitenziario: nel 2017 si era recato nella Casa di reclusione di Paliano (Frosinone), celebrando con una settantina di detenuti, soprattutto collaboratori di giustizia che scontano pene molto lunghe; nel 2018 di nuovo a Roma, nella Rotonda di Regina Coeli, incontrando i detenuti ammalati in infermeria e alcuni reclusi della VIII Sezione; il 2019 nell’istituto maschile della Casa Circondariale di Velletri.

Nell’anno della pandemia, il 2020, con l’impossibilità di uscire a motivo delle restrizioni imposte per contenere il Covid-19, Bergoglio era tornato a celebrare la Messa del Giovedì Santo nella basilica di San Pietro, rendendo omaggio, tra l’altro, ai sacerdoti morti nell’emergenza sanitaria, «santi della porta accanto» – li aveva definiti -, al pari di medici e infermieri. Celebrazione a San Pietro anche nel 2021, ma stavolta presieduta dal decano del Collegio cardinalizio Giovanni Battista Re. Francesco infatti aveva scelto di celebrare nella cappellina dell’appartamento privato del cardinale Angelo Becciu, nel Palazzo del Sant’Uffizio, che proprio quell’anno era stato rinviato a giudizio nel processo per la gestione dei fondi della Santa Sede, concluso nel dicembre 2023.

Ancora un penitenziario per il Giovedì Santo del 2022: il Nuovo Complesso di Civitavecchia. Qui il Papa ha celebrato la Messa nella cappella, lavando i piedi a reclusi di diverse età e nazionalità, accolto dalla gratitudine dei detenuti per la sua presenza accanto a loro. L’anno scorso poi il ritorno a Casal del Marmo, con il rito della lavanda dei piedi a 12 ragazzi e ragazze minorenni, tra cui alcuni rom e alcuni musulmani.

Il cammino di Francesco attraverso i luoghi della sofferenza e del riscatto continua quest’anno presiedendo la celebrazione istitutiva dell’Eucaristia a Rebibbia femminile, attualmente la struttura più grande tra le 4 carceri femminili d’Italia e una delle più grandi d’Europa, dove è nutrite la presenza di donne straniere.

6 marzo 2024