Giovanni Paolo I, «pastore secondo il cuore di Cristo»

De Donatis all’incontro organizzato a San Marco, di cui Luciani fu titolare, dall’Associazione dei Veneti. Il cardinale Stella: «Ha manifestato nella sua vita la tenerezza di un Dio misericordioso e materno»

A 44 anni dalla morte di Papa Giovanni Paolo I «la sua è una memoria viva di pastore secondo il cuore di Cristo». Così lo ha ricordato il cardinale vicario Angelo De Donatis che venerdì 2 settembre ha partecipato all’incontro “Aeternum Albino Luciani. Papa Giovanni Paolo I: da uomo a beato”, nella basilica di San Marco Evangelista in Campidoglio, organizzato dall’Associazione dei Veneti a Roma in collaborazione con la sezione romana dell’Associazione dei Bellunesi nel Mondo.

Al vicario, titolare della basilica di cui è stato parroco per 12 anni, è stato donato un ritratto del Papa veneto (era nato a Canale d’Agordo il 17 ottobre 1912) realizzato da Roberto Di Costanzo. A sua volta il porporato ha donato il dipinto alla basilica di cui anche Luciani fu titolare dal 1973 al 1978, anno in cui fu eletto al soglio pontificio. In occasione dell’incontro nell’atrio della basilica sono state esposte le fotografie che ritraggono Luciani durante la cerimonia della presa di possesso del titolo di San Marco Evangelista il 17 giugno 1973. «Sono molto legato a questa figura dai tempi in cui ero seminarista», ha detto De Donatis ricordando di essere stato chiamato a servire Messa a San Pietro sia all’inizio del ministero petrino di Giovanni Paolo I sia quando è morto.

Il cardinale Beniamino Stella conosceva bene Papa Luciani, di cui è postulatore della causa di beatificazione, e ha messo in evidenza come sia stato capace «da prete, vescovo e Papa di manifestare attraverso la sua vita la tenerezza di un Dio misericordioso e materno». Iria Tancon, figlia di emigrati in Brasile e pronipote di Giovanni Paolo I, lo conobbe nel 1978 quando venne in Italia a studiare. «L’ho incontrato per la prima volta il 23 maggio 1978 – ha raccontato -; pochi mesi dopo è diventato Papa. Conoscerlo è stato un grande privilegio». Loris Serafini, direttore della Fondazione Papa Giovanni Paolo I e del Museo-Casa natale di Albino Luciani di Canale D’Agordo, ha sottolineato come i luoghi dell’infanzia del Papa «permettono ai pellegrini di approfondire la figura di un pastore al quale già da anni rivolgono preghiere di intercessione».

Alla serata, moderata dal giornalista Paolo Scandaletti, amico di Luciani, sono intervenuti anche Aurora Colladon, presidente dell’Associazione dei Veneti a Roma, e Oscar De Bona, presidente dell’Associazione dei Bellunesi nel mondo. Con quest’ultima Luciani aveva «un legame molto forte perché conosceva bene la realtà degli emigranti essendo suo padre emigrato in Svizzera», ha affermato De Bona. L’associazione conserva copia di una lettera, datata 2 settembre 1978, pochi giorni dopo l’elezione a pontefice, che Giovanni Paolo I scrisse alle comunità bellunesi all’estero.

5 settembre 2022