Giovani e voto nel rapporto dell’Istituto Toniolo

Indagine condotta tra aprile e maggio, in vista delle elezioni europeo. Oltre il 68% del campione intende recarsi ai seggi. Tra i temi emergenti, al primo posto il lavoro

Hanno tra i 18 e i 34 anni. Italiani, tedeschi, francesi, spagnoli e polacchi. Ad accomunarli, una relativa fiducia nell’Unione europea, insieme a una certa indecisione, più che disinteresse. Sono il campione su cui è basata l’indagine interazionale condotta tra aprile e maggio dall’Osservatorio giovani dell’Istituto Toniolo, in collaborazione con Ipsos, con il supporto del Laboratorio di statistica applicata dell’Università Cattolica e con il sostegno di Fondazione Cariplo.

«Coniugare lavoro, sviluppo e ambiente: è questa la ricetta che i giovani italiani cercano nella campagna elettorale per le europee – si legge nel report -. Temi che per interesse si posizionano su livelli anche più elevati rispetto ai coetanei degli altri grandi Paesi europei chiamati al voto (in particolare Germania, Francia, Spagna e Polonia)». In particolare, il tema del lavoro è indicato dal 14,4% degli under35 italiani intervistati; segue la Spagna, con il 13,7%. I cambiamenti climatici sono indicati dal 12,7% del campione italiano e dal 10,7% della Francia. La preoccupazione per l’immigrazione è posta dai giovani italiani ai livelli più bassi rispetto a tutti gli altri Paesi confrontati (6,7%), superata dal tema dei diritti umani e democrazia (9,3%, che diventa 11,6% nella fascia dei nuovi elettori 18-22enni).

Complessivamente, nel campione intervistato «l’indecisione più che sul recarsi o meno alle urne riguarda i partiti e i candidati a cui affidare la propria preferenza. Il 68,1% intende partecipare alle elezioni. Chi ha già deciso che diserterà le urne, indipendentemente dai contenuti della campagna elettorale, è il 21,4%; gli indecisi sul disertare o meno le urne sono il 10,5%». Poco più di 1 su 5 quindi non andrà a votare, ma un’analoga percentuale ha invece già deciso il simbolo da indicare. «La grande maggioranza, quasi il 60%, è quindi ancora in attesa di decidere chi votare e lo farà informandosi sul programma dei partiti (oltre due su tre lo stanno facendo o intendono farlo)», sono i dati riferiti al 23 maggio. Chi ha già deciso chi votare ed è pienamente convinto è solo l’11,7% degli intervistati.

Fiducia nell’Unione europea per il 55% degli intervistati. «Si tratta di un valore superiore a quasi tutte le istituzioni politiche italiane, tranne che al presidente della Repubblica – si legge nell’indagine -. Solo 1 su 5 pensa, in particolare, che l’appartenenza dell’Italia all’Ue sia un fatto negativo. L’atteggiamento positivo risulta alto soprattutto tra i laureati e tra i più giovani». L’aspetto più controverso della visione dell’Unione europea è l’eventualità di ulteriore allargamento, che trova comunque i giovani intervistati più favorevoli (38,6%) che contrari (23,4%). Le voci che ottengono maggior consenso fra le acquisizioni dell’Ue sono: la libertà di circolazione (67% favorevoli contro 13,9% sfavorevoli), la politica comune in tema di immigrazione (52,% contro 17,2%), la politica energetica e la difesa comune (50% contro 16%, temi diventati ancor più sensibili dopo la guerra in Ucraina).

«Articolati» gli obiettivi assegnati al voto. Tra i giovani italiani, «prevale in senso relativo chi vuole far entrare in Parlamento persone competenti (maggiore anche rispetto ai coetanei degli altri Paesi). Segue la preoccupazione per la salvaguardia degli interessi dell’Italia. Non trascurabile chi pensa di usare il voto anche in modo strumentale per dare un segnale alla politica interna del Paese». Attorno al 13% chi vuole promuovere forze e persone nuove (valore inferiore rispetto agli altri Paesi dell’Europa occidentale, superiore solo al dato polacco).

I giovani italiani, spiega Alessandro Rosina, coordinatore scientifico della ricerca, «non sono disinteressati rispetto all’Europa: in ampia maggioranza intendono recarsi alle urne. L’indecisione maggiore, anche rispetto agli altri Paesi, riguarda il partito e i candidati da scegliere. Sia l’affluenza alle urne che la scelta di chi votare verrà decisa negli ultimi giorni». Nell’analisi di Rosina,  «la grande maggioranza degli under35 italiani è ancora in attesa di trovare gli argomenti giusti e convincenti nella campagna elettorale e lo farà informandosi sul programma dei partiti. Al centro mettono sia alcuni temi che li riguardano direttamente, come l’occupazione e la valorizzazione all’interno dei processi di sviluppo economico, sia grandi questioni del proprio tempo alle quali si sentono molto sensibili, come il cambiamento climatico, i diritti e le diseguaglianze sociali. Si tratta di temi ancor più sentiti dai giovani italiani rispetto ai coetanei europei – osserva – e sono la leva principale su cui le forze politiche potranno ottenere il loro consenso».

5 giugno 2024