Giorno della memoria, Sant’Egidio: «Nuovo patto tra generazioni»
La nota della Comunità: «L’Europa prenda le distanza da ogni forma di antisemitismo e di razzismo, che si registrano in modo crescente nella società ma anche in alcune formazioni politiche»
Gli 80 anni dalla liberazione del campo di sterminio di Auschwitz-Birkenau, il 27 gennaio 1945, «ci invitano a una profonda riflessione su quello che è stato il più grande crimine della storia e a un rinnovato, forte, impegno, perché non si ripeta». Inizia con queste parole la nota diffusa dalla Comunità di Sant’Egidio in occasione del Giorno della memoria, che si celebra oggi, 27 gennaio. Una ricorrenza che «giunge anche quest’anno in uno scenario internazionale attraversato da minacciosi conflitti aperti».
Da Sant’Egidio sottolineano che «fu proprio la guerra, insieme all’indebolimento delle democrazie europee, nella prima parte del Novecento, a creare le premesse di quel genocidio. Occorre quindi che l’Europa – il continente dove si consumò la tragedia e, dopo, la costruzione della pace – assuma oggi le sue responsabilità di fronte alla storia prendendo le distanze, con fermezza, da ogni forma di antisemitismo e di razzismo che si registrano in modo crescente non solo nella società ma, in modo inquietante, anche in alcune formazioni politiche».
In un momento in cui «la generazione dei testimoni va sempre più scomparendo», dalla Comunità arriva l’invito agli Stati europeo a favorire «un nuovo patto tra le generazioni perché le premesse di quel che è successo nella prima metà del Novecento non si ripresentino più. Il ricordo dell’abisso di Auschwitz costituisce un nodo della storia – rimarcano -, un passaggio ineludibile per il futuro del mondo. Ma l’antisemitismo non riguarda solo gli ebrei: minaccia, insieme a ogni forma di razzismo, ogni cittadino perché mette in discussione le basi del vivere insieme e della pace».
27 gennaio 2025