Giorno del ricordo, Mattarella: «Gravissimi rischi da nazionalismo estremo»

Il presidente della Repubblica ha ricordato la pagina nera delle foibe: «Furono il frutto avvelenato del nazionalismo esasperato e della ideologia totalitaria che hanno caratterizzato il secolo scorso»

«Le foibe con il loro carico di morte, di crudeltà inaudite, di violenza ingiustificata e ingiustificabile, sono il simbolo tragico di un capitolo di storia, ancora poco conosciuto e talvolta ancora incompreso, che racconta la grande sofferenza delle popolazioni istriane, fiumane, dalmate e giuliane». Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha ricordato così il capitolo nero delle foibe nel Giorno del ricordo. «Alla durissima occupazione nazi-fascista di queste terre – ha aggiunto Mattarella -, nelle quali un tempo convivevano popoli, culture, religioni diverse, seguì la violenza del comunismo titino, che scatenò sugli italiani inermi la rappresaglia».

Anche «le foibe e l’esodo forzato furono il frutto avvelenato del nazionalismo esasperato e della ideologia totalitaria che hanno caratterizzato molti decenni nel secolo scorso». Mattarella ricorda che «i danni del nazionalismo estremista, dell’odio etnico, razziale e religioso si sono perpetuati, anche in anni a noi molto più vicini, nei Balcani, generando guerre fratricide, stragi e violenze disumane». Ed aggiunge: «L’Unione europea è nata per contrapporre ai totalitarismi e ai nazionalismi del Novecento una prospettiva di pace, di crescita comune, nella democrazia e nella libertà. Oggi, grazie anche all’Unione europea, in quelle zone martoriate, si sviluppano dialogo, collaborazione, amicizia tra popoli e stati».

Per il presidente della Repubblica, «le stragi, le violenze, le sofferenze patite dagli esuli giuliani, istriani, fiumani e dalmati non possono essere dimenticate, sminuite o rimosse. Esse fanno parte, a pieno titolo, della storia nazionale e ne rappresentano un capitolo incancellabile, che ci ammonisce sui gravissimi rischi del nazionalismo estremo, dell’odio etnico, della violenza ideologica eretta a sistema».

 

9 febbraio 2018