Giornata per la vita, il convegno al Maggiore

L’appuntamento organizzato dal Centro per la pastorale familiare. Il vescovo Ruzza: «Difendere anche quella coinvolta nel fenomeno migratorio. Tutelare i minori che sono in mare e i loro genitori»

Tutelare la vita dal concepimento al suo termine biologico. Divulgare la cultura della bellezza della vita anche nella disabilità e nella malattia. In sostanza, supportare il principio di dignità e sacralità della vita umana. È quanto ripetuto più volte venerdì pomeriggio, 1° febbraio, nella sala conferenze del Pontificio Seminario Romano Maggiore dove si è svolto un convegno organizzato dal Centro diocesano per la pastorale familiare per presentare “È vita, è futuro”, il messaggio del Consiglio permanente della Cei per la 41ª Giornata per la vita celebrata ieri, domenica 3 febbraio.

Impressionanti le statistiche sugli aborti 41 anni dopo la promulgazione della legge 194 che il “sindaco santo” Giorgio La Pira definì «integralmente iniqua». L’Organizzazione mondiale della sanità tra il 2010 e il 2014 ha registrato 56 milioni di interruzioni di gravidanza. «Il tema della vita sta passando di moda», ha affermato il vescovo Gianrico Ruzza, segretario generale del Vicariato di Roma. Analizzando recenti fatti di cronaca ha rimarcato che bisogna considerare anche la qualità della vita difendendo quella coinvolta nel «grande fenomeno migratorio. Facciamo i conti con la politica ma bisogna tutelare i minori che sono in mare e i loro genitori». Per il vescovo è urgente creare maggiore sensibilità e «risvegliare le coscienze addormentate dei fedeli che sembrano sposare il consenso generale».

Andrea Manto giornata per la vota 2019Intento del Centro per la pastorale familiare del Vicariato è quello di «tradurre le parole dei vescovi in azione pastorale», diffondendo una cultura di sostegno alla vita «fragile, spesso minacciata», ha spiegato monsignor Andrea Manto. Ricordando il lavoro svolto dal Movimento per la vita in alcune parrocchie (30 delle quali hanno aderito al “Progetto Gemma” che permette l’adozione prenatale a distanza di madri in difficoltà), ha affermato che l’obiettivo è quello di far diventare il tema della vita «una priorità per tutta la diocesi» attraverso eventi educativi e culturali volti a formare le nuove generazioni.

Marco Boccaccio professore
Prof. Marco Boccaccio

Marco Boccaccio, professore di Scienza delle finanze all’Università di Perugia, si è soffermato sulla «dilagante cultura dell’io nichilista» e sull’incapacità dei giovani di rischiare perché legati al «mito dell’autonomia». Una gravidanza indesiderata o una malattia «minano l’autosufficienza che rende incapaci di generare e accogliere la vita».

L’esperienza maturata nei 342 Centri di aiuto alla vita italiani, sedi operative del Movimento per la vita, ha dimostrato che la donna ricorre all’aborto «quando si trova sotto l’effetto di un condizionamento» da parte del partner, della famiglia, degli amici. Per Marina Casini, presidente nazionale del Movimento per la vita, è quindi necessario avviare «un’opera di liberazione della donna da queste pressioni perché quando fa l’esperienza di un’amicizia che non la giudica è la prima ad accettare il suo bambino». Per Casini il concepito, la cui dignità è «continuamente calpestata», è il più indifeso e per tale motivo è urgente tenere alta l’attenzione sul tema della sua piena umanità.

Al centro dell’intervento di Emma Ceccarelli, vicepresidente nazionale del Forum delle associazioni familiari, il Patto per la natalità voluto e proposto dal Forum a tutte le forze politiche, economiche e istituzionali del Paese «per restituire fiducia nel futuro» e la necessità di stringere un’alleanza tra generi e generazioni «per restituire dignità e valori che si sono persi. Oggi abbiamo anziani sfiduciati e giovani ripiegati su sé stessi impauriti del futuro». In tal senso il messaggio dei vescovi è un invito «a dominare la paura, ad alzare la testa e a ragionare con la logica del noi e non dell’io».

Il convegno è stato l’occasione per Bruno Berardi, presidente dell’associazione “Famiglie insieme”, di presentare il progetto “Noi e i nonni”, finanziato con i fondi dell’8 per mille, rivolto alle scuole dell’infanzia e primarie per valorizzare il ruolo dei nonni nelle famiglie in crisi o separate. Nel 2018 hanno partecipato 500 bambini. «Quest’anno – ha detto Berardi – coinvolgeremo i nonni che racconteranno la loro storia, ricorderanno la loro infanzia e diranno come è cambiata la società». Assunta Lombardi dell’Asl di Latina si è invece soffermata sul progetto “Educautismo”, un percorso di formazione finalizzato a creare una rete competente e a fornire le tecniche di base per aumentare l’autonomia dei bambini con lo spettro autistico. Un progetto che coinvolge famiglie, insegnanti, sacerdoti, operatori pastorali, catechisti e volontari promosso dal Centro per la pastorale familiare della diocesi di Roma, dall’Istituto superiore di sanità e dalla Asl di Latina.

4 febbraio 2019