Giornata per la carità del Papa, la colletta nelle chiese

A Roma sarà celebrata il 29 giugno, solennità dei santi Pietro e Paolo. Il vicario De Donatis: «È misericordioso quello che sa condividere e anche compatire i problemi delle altre persone»

«Siamo invitati a contribuire alle tante opere di carità che il Santo Padre realizza in tutto il mondo venendo in soccorso di quanti sono afflitti dalla povertà». Lo scrive il vicario generale, Angelo De Donatis, in una lettera alla diocesi in vista della Giornata per la carità del Papa che sarà celebrata il 29 giugno, solennità dei santi Pietro e Paolo, patroni di Roma. Il presule cita alcune frasi di Papa Francesco, «Non amiamo a parole ma con i fatti», «La carità è seminare speranza», «È misericordioso quello che sa condividere e anche compatire i problemi delle altre persone», frasi pronunciate «per spiegare ai fedeli la misericordia, la carità, la solidarietà, la speranza, la condivisione, valori – sottolinea De Donatis – strettamente legati alla tradizionale colletta dell’Obolo di San Pietro». Il vicario chiede ai parroci di sensibilizzare i fedeli sull’importanza e il significato di questa Giornata.

«I soci del Circolo San Pietro collaboreranno, per quanto loro possibile e in accordo con la Diocesi, alla raccolta, che potrà essere consegnata direttamente a loro o versata presso l’Amministrazione del Vicariato. Certo che non mancherà il tuo impegno, invoco la protezione di Maria Salus Populi Romani su di te e sulla tua comunità e di cuore ti benedico». Va ricordato che – come si legge sul sito vaticano dell’Obolo di San Pietro – la pratica di sostenere materialmente coloro che hanno la missione di annunciare il Vangelo nasce con il cristianesimo stesso, con la funzionalità di permettere loro di impegnarsi interamente nel proprio ministero e prendersi nel contempo cura dei più bisognosi.

Alla fine del secolo VIII, gli anglosassoni, dopo la loro conversione, si sentirono tanto legati al vescovo di Roma, che decisero di inviare in maniera stabile un contributo annuale al Santo Padre. Così nacque il “Denarius Sancti Petri” (Elemosina a San Pietro), che ben presto si diffuse nei Paesi europei. Questa, come altre pratiche analoghe, passò attraverso molte e diverse vicissitudini nel corso dei secoli, fino a quando fu benedetta dal Papa Pio IX, con l’Enciclica Saepe venerabilis del 5 agosto 1871. Attualmente, questa colletta ha luogo in tutto il mondo cattolico, per lo più il 29 giugno o la domenica più vicina alla solennità dei santi apostoli Pietro e Paolo.

Quanto ai dati dell’Obolo di San Pietro, il Sostituto della Segreteria di Stato vaticana, Angelo Becciu, aveva sottolineato nei mesi scorsi che «le offerte sono aumentate, passando da 70 a 78 milioni di dollari americani. Per le opere di carità del Santo Padre sono stati devoluti 24 milioni di euro, a soccorso di momenti difficili che hanno attraversato varie nazioni, come terremoti, tifoni e altre calamità naturali, e per la costruzione di scuole od ospedali, come è avvenuto a Bangui per volere di Papa Francesco dopo l’apertura del Giubileo nella cattedrale».

In Italia, tra le realizzazioni rese possibili dai proventi dell’Obolo – tutte documentate, come le altre in tutto il mondo – il progetto intitolato “Non ti scordar di me”, un camper dotato di attrezzatura medica che gira nelle periferie romane per assistere gli anziani, e la “sanità di frontiera” a Lampedusa, dove è stato realizzato un progetto di formazione per gli operatori sanitari che devono assistere i migranti al loro arrivo nell’isola.

 

28 giugno 2018