Giornata internazionale dei rom, le Chiese d’Europa: «Camminare insieme»

Da Ccee e Cec l’invito a lavorare per l’inclusione. Appello della Comunità di Sant’Egidio: «Moratoria» della questione a fini politici

Da Ccee e Cec l’invito a lavorare per l’inclusione. Appello della Comunità di Sant’Egidio: «Moratoria» della questione a fini politici

continuare a sostenere il benessere dei rom e a lavorare attivamente per porre fine a discorsi di odio e all’esclusione sociale. Dobbiamo camminare insieme». I rom, «con la loro tradizione, fede e cultura unica – si legge nel testo -, sono chiamati a protare i loro valori all’itnerno della società europea, in quanto cittadini responsabili». I segretari Cec e Ccee ricordano il loro «secolare senso di identità europea condivisa e di libera circolazione» attraverso i confini politici, culturali e religiosi. «Sono una delle popolazioni indigene dell’Europa che non gode però di un trattamento di uguaglianza in termini di rispetto e onore tra le altre».

La via d’uscita additata dai responsabili delle Chiese d’Europa è quella che passa attraverso «la conoscenza, il lavoro, la fede». L’inclusione dei rom, scrivono ancora i segretari Cec e CCee, «è una necessaria indicazione del nostro impegno per una identità europea condivisa e per la libera circolazione delle persone, dei beni e delle idee in Europa». Inclusione alla quale lavora, da tempo, la Comunità di Sant’Egidio, impegnata da anni accanto a rom e sinti in Italia e in Europa, che nella Giornata internazionale lancia un appello per una “moratoria” dell’argomento rom a fini politici. «Registriamo con preoccupazione – dichiarano dalla Comunità – a ogni tornata elettorale, e già largamente si registra anche in questa, l’utilizzo strumentale della “questione rom” con toni spesso violenti e denigratori che fomentano gli istinti peggiori della cittadinanza mettendo a rischio l’equilibrio, spesso precario, della convivenza nelle nostre periferie e comunque stigmatizzano un intero popolo dietro a pregiudizi, luoghi comuni e responsabilità individuali».

Nella Giornata internazionale dedicata ai rom dunque, 45 anni dopo il primo storico congresso mondiale tenutosi nel 1971 vicino a Londra, Sant’Egidio chiede a politici e operatori della comunicazione uno «sforzo di responsabilità». Se si vuole parlare di rom e sinti, si legge in una nota diffusa alla vigilia della Giornata, «lo si faccia cercando soluzioni ai loro problemi ma senza “utilizzarli” in modo strumentale». I problemi dei rom «sono altri e vanno affrontati in modo responsabile». Presenti nel nostro continente da oltre 8 secoli, «rappresentano la minoranza più numerosa, ma anche purtroppo la più discriminata», è la denuncia della Comunità trasteverina. In molti Paesi, aggiungono, esiste ancora discriminazione abitativa e persino classi speciali per i bambini. «Costituiscono inoltre – insieme ad ebrei e migranti – il principale obiettivo della propaganda dei nuovi partiti e movimenti neonazisti e di estrema destra, con attacchi fisici a persone, case o quartieri in cui abitano».

L’attenzione della Comunità di Sant’Egidio è rivolta anzitutto alla situazione in Italia, dove da anni «l’attenzione dei media e le politiche pubbliche concentrano la loro attenzioni sugli aspetti emergenziali (divenuti cronici con le note degenerazioni emerse anche dalle inchieste romane di Mafia Capitale) e di “conflitto sociale”, senza investire seriamente sull’integrazione e il superamento delle politiche segregatorie (soprattutto in ambito abitativo, con i campi Rom istituzionali), sulla condivisione della memoria (quasi nessuno in Italia conosce il Porrajmos, lo sterminio di rom e sinti durante la seconda guerra mondiale), sulla presa di coscienza della loro presenza nella nostra società (rom e sinti non sono inseriti tra le minoranze presenti in Italia)». Si tratta di una presenza storica, che pure «non ha ancora trovato una via positiva di convivenza». Di qui la richiesta dell’Ue a tutti gli Stati, nel 2011, di elaborare “strategie nazionali”, di cui anche l’Italia si è dotata. A distanza di 4 anni dalla ratifica, però, «l’implementazione è ancora del tutto iniziale», denunciano da Sant’Egidio.

Accesso all’istruzione, accesso all’occupazione, accesso all’assistenza sanitaria, accesso all’alloggio e ai servizi essenziali. Questi erano gli obiettivi sui quali si focalizzava la richiesta dell’Ue agli Stati membri. Dalla Comunità di Sant’Egidio arriva l’invito ad accelerare questa strategia, puntando l’attenzione anzitutto su una «scolarizzazione di qualità», per un popolo che è composto principalmente di bambini e giovani: «Circa il 50% delle 140mila presenze ha meno di 18 anni. Solo investendo seriamente sull’istruzione e la formazione si potrà avere una generazione pienamente integrata, cioè né esclusa, né assimilata». Ancora, si richiede il «superamento della logica emergenziale», che non favorisce l’integrazione e spesso causa «spreco di fondi pubblici», e il «superamento della segregazione abitativa istituzionalizzata», a vantaggio di «nuove politiche di inserimento abitativo che potrebbero rivelarsi più economiche e sicuramente più inclusive».

Intanto in occasione della Giornata la Comunità festeggia con tutti i rom e sinti della Capitale questo pomeriggio, 8 aprile, alle 17, nella sede di via Anicia 7. Per informazioni: tel. 06.585661, e-mail: com@santegidio.org, www.santegidio.org.

8 aprile 2016