Giornata della Terra: i giovani, protagonisti del cambiamento

La maratona multimediale #OnePeopleOnePlanet e gli appelli alla tutela del pianeta, senza distogliere lo sguardo al summit sul clima voluto dal presidente Usa Biden. Il ministro Giovannini (Infrastrutture): «Serve cambio di mentalità». Cingolani (Transizione ecologica): «Lo Stato c'è»

«Energia pulita dell’umanità». È la definizione utilizzata dal presidente di Earth Day Italia Pierluigi Sassi per descrivere i giovani, protagonisti indiscussi della 51ª Giornata mondiale della Terra celebrata ieri, 22 aprile, con la seconda edizione di #OnePeopleOnePlanet, la maratona multimediale di 13 ore trasmessa in diretta streaming su RaiPlay dallo studio A di via Asiago, a Milano. Le conseguenze dei cambiamenti climatici, in gran parte colpa dell’uomo, sono sotto i loro occhi e sono consapevoli che il futuro del pianeta è nelle loro mani. A fare da sfondo all’intera giornata la metafora dei “ponti”, con collegamenti da varie parti del mondo, durante i quali decine di ragazzi hanno invitato a essere più responsabili nell’utilizzare le risorse ambientali, ricordando che ogni azione compiuta nel quotidiano ha conseguenze a lungo termine sul pianeta.

La diretta ha dato spazio a esempi virtuosi di riqualificazione di parchi sommersi da ogni tipo di spazzatura e agli autori di catene di solidarietà che durante la pandemia hanno coperto anche la distanza di circa 14mila chilometri, portando aiuti da Taiwan al Messico. Tra i vari autorevoli appelli per la tutela del pianeta, quello del rettore della Pontificia Università Lateranense Vincenzo Buonomo per il quale «bisogna intervenire subito per salvaguardare gli 8 milioni di biodiversità al mondo, le varietà di specie animali e vegetali, considerato che per gli scienziati rischiano di sparire un milione e mezzo di specie».

Senza distogliere lo sguardo dagli Usa e dal summit virtuale sul clima indetto dal presidente Joe Biden con 40 capi di Stato e di governo, al quale è intervenuto anche Papa Francesco con un videomessaggio, durante la lunga maratona microfoni aperti ai giovani, dagli alunni delle scuole elementari ai laureandi, per dare modo di mostrare i lavori preparati in classe sull’educazione alla sostenibilità, rivolgere domande ai grandi leader della terra, illustrare i progetti legati all’Agenda2030 o i murales realizzati per sensibilizzare alla salvaguardia dell’ambiente, come nel caso degli alunni delle seconde classi dell’Istituto “Francesca Morvillo” di Roma, coadiuvati dallo street artist Marco Tarascio, noto come Moby Dick, particolarmente attento alle dinamiche ambientali.

Riflettori quindi puntati sulla Conferenza sul clima in programma a novembre a Glasgow in Scozia, nell’ambito della quale il governo italiano ha promosso “Youth4Climate: Driving Ambition”, che per la prima volta darà voce ai giovani, consentendo loro di contribuire alle negoziazioni. Earth Day Italia e Movimento dei Focolari – ideatori e promotori del Villaggio per la Terra di Villa Borghese, manifestazione ambientale sospesa a causa dell’emergenza sanitaria e sostituita dalla maratona multimediale – hanno deciso di avviare una stretta collaborazione con i ragazzi «per far sì che il momento storico che stanno per vivere non vada vanificato», ha spiegato Sassi, secondo il quale l’Italia «può fare la differenza» e portare un contributo importante sulle questioni climatiche. Da qui l’idea di avviare un tavolo tematico con 12 giovani, alcuni dei quali erano ospiti in studio, provenienti dalla Consulta giovanile del Pontificio Consiglio della cultura, dalla Scuola superiore di studi avanzati della Sapienza e da Gioventù francescana. Hanno rivolto domande ai ministri Enrico Giovannini e Roberto Cingolani, rispettivamente titolari dei dicasteri delle Infrastrutture e mobilità sostenibili e della Transizione ecologica.

Parlando della crisi sociale-economica e ambientale i ragazzi hanno detto al ministro Giovannini che «spesso i problemi vengono affrontati in un’ottica nazionalista e che le soluzioni trovate sono influenzate da interessi economici e politici particolari» e gli hanno chiesto se l’affiatamento dimostrato dall’Europa durante la pandemia nella ricerca di soluzioni basate sulla solidarietà sarà replicato in materia ambientale. Per il ministro, «l’incontro tra ambiente e economia è possibile solo se si effettuano importanti cambi di abitudini e di mentalità». L’esempio più classico, per Giovannini, è quello degli uffici dove l’inverno si lavora in maniche di camicia per i riscaldamenti ad alte temperature e l’estate con le giacche per i condizionatori. «Le scelte individuali possono migliorare lo scambio tra ambiente ed economia, senza costi particolarmente elevati» ha concluso.

Cingolani, al quale è stato chiesto quali sono le proposte per migliorare l’attenzione nei confronti dei giovani a ridosso della scadenza della presentazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), ha affermato che «lo Stato c’è e sta accelerando il processo» per salvaguardare l’ambiente. Tutti gli interventi del Recovery plan, ha ricordato, si pongono l’obiettivo della decarbonizzazione per rendere meno impattante il trasporto urbano, l’agricoltura, l’industria. L’intento «è quello di apportare miglioramenti in ogni dispositivo, dalle auto alle caldaie di casa».

Spazio quindi a chi lavora per costruire un futuro migliore basato sull’accoglienza, l’inclusione e la cura. Marilene, del movimento dei Focolari, ha parlato del progetto United World Project,  che punta sulla conoscenza, l’azione e il cambiamento, mentre il cardinale Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna, ha ricordato il primo “trekking” interreligioso realizzato a Roma nel 2015, che «unì simbolicamente» i diversi luoghi religiosi della Capitale: la moschea, la basilica di San Pietro e la sinagoga. «È importante camminare insieme – ha detto il porporato – per conoscersi e comprendere le esigenze e le difficoltà di ognuno».

23 aprile 2021