Giornata del sollievo: tenerezza e prossimità

Il 30 maggio al Gemelli, la Messa presieduta dal vescovo Ricciardi. L’impegno della Fondazione Ghirotti. Il direttore Morgante: due italiani su tre ignorano la legge sulle cure palliative e ancora troppi vivono nella solitudine dell’inguaribilità

«Curare per guarire è spesso possibile, prendersi cura per il sollievo è sempre possibile»: è questo il principio ispiratore della ventesima Giornata nazionale del sollievo. La ricorrenza, istituita nel 2001 con una direttiva del presidente del Consiglio dei ministri, si celebrerà il 30 maggio prossimo in tutta Italia, e vede coinvolti la Fondazione nazionale Gigi Ghirotti onlus, il Ministero della Salute, la Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, l’Ufficio Cei per la pastorale della salute. Proprio la Fondazione Ghirotti è una delle anime della Giornata che si pone come obiettivo la tutela delle persone malate mediante una diversa cultura della cura. L’organizzazione è nata nel 1975 ed è ispirata al lavoro del giornalista Gigi Ghirotti che, colpito dal linfoma di Hodgkin, ha saputo fare leva sulla sua condizione di paziente per condurre inchieste approfondite sul sistema sanitario nazionale degli anni Settanta.

«In due inchieste televisive e 11 reportage tra ‘73 e ’74 Ghirotti ha messo in luce l’assenza di protocolli sanitari, come pure le condizioni delle strutture dove è stato curato, ispirando la prima riforma sanitaria che si è poi concretizzata 4 anni dopo la sua morte», ricorda Vincenzo Morgante, che oltre ad essere presidente della Fondazione Ghirotti è anche lui giornalista, direttore di Tv2000 e Radio Inblu. «Quest’anno per la Giornata del sollievo – prosegue Morgante – stiamo organizzando un webinar per il 28 maggio con la Fondazione Ghirotti, l’Università del Sacro Cuore e il Policlinico Agostino Gemelli.

Protagonisti testimonianze, interventi istituzionali e una docuserie sugli specializzandi in medicina. Poi il 30 maggio, alle 11, la Banda dell’Arma dei Carabinieri terrà un concerto sul piazzale antistante il Policlinico Gemelli al quale seguirà la Messa presieduta dal vescovo Paolo Ricciardi». La lotta al dolore viene concepita secondo un atteggiamento costruttivo invece che di sconfitta: «Portare sollievo vuol dire prestare aiuto – rileva ancora Morgante – perché il dolore non si combatte solamente con i farmaci ma anche con un atteggiamento di tenerezza, prossimità umana e sostegno. Questo è l’approccio differente alla base del nostro impegno: siamo convinti che occorra intervenire non solo sulla persona che soffre ma anche rivolgersi ai suoi familiari e agli operatori sanitari. Il sollievo va inteso in senso pieno quindi non solo fisico, ma anche spirituale, psico-emozionale, in definitiva è un vero e proprio fatto sociale e civico.

Questo nesso è particolarmente evidente oggi a causa della pandemia, che ha avuto un grosso impatto sulla nostra società». Per riflettere sul concetto di sollievo è particolarmente importante fare un bilancio della legge 38/2010 che per la prima volta ha stabilito l’obbligatorietà dell’accesso alle cure palliative e alla terapia del dolore nell’ambito dei livelli essenziali di assistenza. «Purtroppo rimane ancora lontana l’uguaglianza nel fine vita – conclude Morgante -. Il nostro Osservatorio ha infatti rilevato che due italiani su tre ignorano la legge e che ancora troppe persone vivono nella solitudine dell’inguaribilità. Importante, da questo punto di vista, l’approvazione alla Camera il 6 maggio scorso di una mozione condivisa da tutti i partiti che impegna il Governo a una serie di iniziative per implementare le cure palliative in questa particolare fase di emergenza dovuta alla pandemia».

Tante le iniziative della Fondazione, che a livello locale ha lanciato insieme all’Anci (Associazione dei Comuni italiani) le “Città del sollievo”: accoglie tutti quegli enti pubblici, realtà mediche, di volontariato che hanno meritato un riconoscimento per il loro impegno partecipativo informativo e formativo nella promozione della cultura del sollievo. Un altro momento fondamentale dell’impegno della Fondazione Ghirotti è il centro di ascolto, presidio telefonico nazionale gratuito che mette a disposizione del malato oncologico e dei suoi cari un team di psico-oncologi dal lunedì al venerdì allo 06.8416464, dalle 9 alle 18. Centinaia le chiamate da pazienti oncologici che si sono visti rimandare le visite o che si sono sentiti messi da parte a causa dell’emergenza legata al Covid.

25 maggio 2021