Si rivolge direttamente all’Unione europea, Caritas Europa, ricordando che «esistono soluzioni possibili e praticabili» per risolvere la situazione dei rifugiati, mai come quest’anno in aumento: 65,3 milioni in tutto il mondo. L’occasione è la Giornata mondiale del rifugiato, che si celebra oggi, 20 giugno. Per l’organismo pastorale europeo, quello che manca è «la volontà politica e l’impegno a favore dei diritti umani. L’esternazionalizzazione dell’asilo e delle politiche migratorie Ue attraverso gli accordi con i Paesi non Ue mostra chiaramente la mancanza di solidarietà con le persone che fuggono da guerre e persecuzioni».

A Unione europea e Paesi membri arriva dunque l’invito a «investire nel salvataggio di vite umane in mare», a fronte dei 10mila morti dal 2014 a oggi. Ancora, ad «aprire canali legali e sicuri per entrare nell’Ue, attraverso l’introduzione di visti umanitari accessibili e non costosi», e a «impegnarsi di più nei ricollocamenti». Fra le priorità anche «favorire la riunificazione familiare di rifugiati e migranti, promuovendo l’integrazione nei Paesi di accoglienza; smettere di esternalizzare le politiche migratorie Ue; smettere di usare gli accordi di riammissione e rimpatrio come una condizione per gli aiuti allo sviluppo».

Le 49 organizzazioni di 46 Paesi europei facenti capo a Caritas Europa continuano a credere «che i valori fondanti dell’Europa, dignità, uguaglianza e rispetto dei diritti umani, non siano solo parole vuote ma acquistino più senso di prima».

20 giugno 2016