Giornata del malato, appello alla coscienza di tutti

La XXX edizione l’11 febbraio, su “Società, cultura, politica. Ogni vita va custodita sempre”. Bassetti: «Potenziare i centri di cure palliative, per il diritto alla cura»

Era il 1992 quando Giovanni Paolo II istituiva la Giornata mondiale del malato. Un appuntamento che da allora viene celebrato ogni anno l’11 febbraio, memoria liturgica della Beata Maria Vergine di Lourdes, con lo scopo, tra l’altro, di «sensibilizzare il Popolo di Dio e le molteplici istituzioni sanitarie cattoliche e la stessa società civile alla necessità di assicurare la migliore assistenza agli infermi».  Lo ricorda una nota diffusa questa mattina, 7 febbraio, dalla Conferenza episcopale italiana, nella quale si evidenzia come la settimana che porterà alla celebrazione della Giornata del malato – dal tema “Società, cultura, politica. Ogni vita va custodita sempre” – si è aperta con la 44ª Giornata nazionale per la vita, celebrata ieri, 6 febbraio, sul tema “Custodire ogni vita”. «Non si tratta di una coincidenza – si legge nel testo -: questa è la prospettiva che arricchisce di senso e significato “la risposta alla logica dello scarto”, perché “ogni vita va custodita, sempre!”, come ha ricordato Papa Francesco dopo la recita dell’Angelus».

Dalla Conferenza dei vescovi evidenziano invece che «in tempi come questi la tentazione della cultura dello scarto si fa ancora più insidiosa e può creare il terreno favorevole all’introduzione di norme che scardinano i presidi giuridici a difesa della vita umana. È nelle situazioni di estrema fragilità che il nostro ascolto si fa accompagnamento e aiuto, necessari a ritrovare ragioni di vita», prosegue il testo della nota, citando l’ultima sessione del Consiglio episcopale permanente. In questo senso, proseguono i vescovi, «l’impegno diventa testimonianza concreta nelle numerose “locande del buon samaritano” – così definite da Papa Francesco nel messaggio per la XXX Giornata mondiale del malato – in cui malati di ogni genere “possono essere accolti e curati, soprattutto coloro che non trovavano risposta alla loro domanda di salute o per indigenza o per l’esclusione sociale o per le difficoltà di cura di alcune patologie”». Per i presuli, si tratta di «realtà preziose da promuovere sempre di più perché parlano di quell’amore misericordioso che nella storia ha generato opere di Vangelo».

Nelle parole del presidente Cei Gualtiero Bassetti, «a essere chiamata in causa è la coscienza di tutti, credenti e non: della società, della cultura e della politica. Ancora oggi – prosegue – il diritto alla cura di molte persone fa fatica a trovare le risposte necessarie e la pandemia ha acutizzato ulteriormente la difficoltà delle fasce più povere. Vogliamo richiamare l’attenzione su quanti stanno percorrendo l’ultimo tratto della loro esistenza, trovandosi nello stadio terminale di una grave patologia». Bassetti esprime quindi la gratitudine ai Centri di cure palliative presenti sul territorio, «che svolgono un prezioso servizio nel prendersi cura dei malati più gravi fino al termine naturale della loro esistenza. Il numero di tali strutture – rileva – è ancora insufficiente rispetto al bisogno; pertanto, auspico che ci sia la necessaria attenzione a quanti vivono situazioni di estrema fragilità oltre che un adeguato sostegno alle realtà che li accompagnano con dedizione». Prendendo in prestito le parole di Francesco nel messaggio per la Giornata del malato evidenzia infatti che «anche quando non è possibile guarire, sempre è possibile curare, sempre è possibile consolare, sempre è possibile far sentire una vicinanza che mostra interesse alla persona prima che alla sua patologia».

7 febbraio 2022