Giornata dei diritti dell’infanzia, all’insegna della responsabilità

L’appello del Garante Vincenzo Spadafora: «Agli adulti la tutela di chi ancora non lo è». Migrantes e Caritas, obiettivo sui minori non accompagnati

L’appello del Garante Vincenzo Spadafora: «Agli adulti la tutela di chi ancora non lo è». Migrantes e Caritas, obiettivo puntato sui minori non accompagnati

Mette in guardia dal rischio di retorica, il Garante dell’infanzia Vincenzo Spadafora, parlando della Giornata internazionale per i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza che si celebra oggi, venerdì 20 novembre. «È troppo facile – dichiara – cavalcare l’onda emotiva di una ricorrenza nobile. Nobile perché  ricorda l’approvazione, nel 1989, della Convenzione Onu sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza. Io – continua Spadafora – dedico con gratitudine  questa giornata alle migliaia di donne e uomini, ragazze e ragazzi incontrati in questi anni in giro per l’Italia, che ogni singolo giorno dell’anno si impegnano affinché i diritti di bambini e adolescenti siano tutelati, dando un significato umano, civile e politico al proprio impegno». Nessuna parola «facile», dunque. «Ne uso solo una – prosegue il Garante -: responsabilità. Noi adulti siamo responsabili di chi adulto ancora non è. E lo siamo scegliendo cosa fare delle nostre risorse e del nostro tempo. Grazie a tutti coloro per i quali il 20 novembre dura 365 giorni l’anno». Un “grazie” che si trasmette a macchia d’olio anche sui social network, attraverso l’hastag #giornatainfanziatuttiigiorni.

Nella Giornata dedicata all’infanzia e ai suoi diritti, puntano l’attenzione sui minori non accompagnati anche la Caritas diocesana di Roma, con un convegno organizzato al Centro di Pronta accoglienza di via Venafro, e la Fondazione Migrantes, che invita a «non dimenticare i minori non accompagnati in fuga da guerra, miseria e violenze e che sono approdati e continuano ad approdare nei porti italiani». Secondo il Rapporto del ministero dell’Interno, i minori non accompagnati sbarcati sulle coste italiane sono stati oltre 13mila  nel 2014 e oltre 15mila già nel 2015 fino ad oggi, ricorda in una nota il direttore generale della Fondazione Migrantes, monsignor Giancarlo Perego.

Secondo i dati del Rapporto 2015 sulla protezione internazionale (curato da Fondazione Migrantes, Caritas Italiana, Anci, Sprar con la collaborazione di Unhcr), al mondo dei minori non accompagnati che sbarcano in Italia «non siamo ancora riusciti ad assicurare una tutela e un accompagnamento personale: soltanto 1 minore non accompagnato su 5 è in una struttura dello Sprar. I circa diecimila minori non accompagnati oggi sono accolti nella maggioranza dei casi – aggiunge monsignor Perego – in strutture di prima accoglienza inadeguate, contrariamente a quanto stabilito dal Patto Stato e Regioni del 2014: oltre 3mila in Sicilia, oltre la metà in sole tre regioni (Sicilia, Calabria e Puglia).

L’Organizzazione internazionale per le migrazioni riferisce che il numero dei migranti che hanno perso la vita nel tentativo di raggiungere l’Europa è di oltre 3.100 persone tra gennaio 2015 e la metà di ottobre. Tra questi, nel 2015, circa 700 sono bambini morti nel tentativo di raggiungere l’Europa, secondo i dati Unicef. In quest’anno, quindi, lungo le rotte che attraversano il Mediterraneo sono morti quasi 2 bambini al giorno. Un bilancio che negli ultimi tempi si è fatto sempre più pesante non solo nel Canale di Sicilia, ma anche sulle recenti rotte verso la Grecia, nel Mar Egeo: una «ecatombe di innocenti», denuncia il Centro Astalli, che non sempre riesce a catturare l’attenzione dei media, come nel caso di Aylan, le cui foto hanno commosso il mondo.

I dati che riguardano l’Europa rappresentano, in ogni caso, solo una parte delle sofferenze dei più piccoli. Dall’inizio del 2014, spiegano dall’Unicef, circa 30 milioni di bambini hanno lasciato le proprie case a causa di guerre, violenza e persecuzioni. Più di 2 milioni di minori rifugiati hanno trovato riparo in Egitto, Iraq, Giordania, Libano e Turchia. In Iraq, 1,3 milioni di bambini sono sfollati, 2,3 milioni nello Yemen dove ne sono stati uccisi 573 negli ultimi 6 mesi. In Sud Sudan più di 1 milione di bambini sono sfollati a causa del conflitto. In Africa, infine, è lo spettro di Boko Haram a disturbare i sonni dei bambini: in Nigeria, Camerun, Niger e Chad, sono 1,4 milioni quelli costretti a lasciare il loro Paese a causa delle violenze perpetrate dal gruppo armato.

20 novembre 2015