Giornata Comunicazioni Sociali, Paglia: «Provocare una primavera per la famiglia»

A Santa Maria in Montesanto, il presidente del Pontificio consiglio per la Famiglia: «Far germogliare i semi di questo “ambiente privilegiato”»

A Santa Maria in Montesanto l’incontro con il presidente del Pontificio consiglio per la Famiglia: «Far germogliare i semi di questo “ambiente privilegiato”»

«La sfida che abbiamo di fronte? Dialogare e far germogliare tutti i semi di famiglia presenti nel mondo. Accogliere dentro le mura ideali di un grande edificio tutto ciò che “sa”, anche solo un po’, di famiglia». Sono, queste, le parole dell’arcivescovo Vincenzo Paglia, presidente del Pontificio consiglio per la Famiglia, intervenuto mercoledì 6 maggio nella basilica di Santa Maria in Montesanto, all’incontro promosso dall’Ufficio comunicazioni sociali della diocesi, la Onlus Comunicazione e cultura delle Paoline e la Pontificia Università Lateranense con la collaborazione del Forum Famiglie del Lazio. L’appuntamento, una tradizione che in diocesi si ripete da dieci anni, prendeva spunto dal Messaggio scritto da Papa Francesco in vista della 49ma Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali, che avrà come tema «Comunicare la famiglia: ambiente privilegiato dell’incontro nella gratuità» e sarà celebrata il prossimo 17 maggio.

Quello del Papa, ha sottolineato monsignor Paglia, «non è un impegno teorico-dottrinale ma pastorale. L’intento è provocare una nuova primavera della famiglia, a partire dai cattolici. Le famiglie oggi vivono una situazione paradossale e schizofrenica: sfido a trovare una sola persona al mondo che pensa che la famiglia non sia importante, che non vi ambisca. Dall’altra parte, ci sono famiglie frammentate. Ebbene – ha chiarito – la famiglia deve essere comunicata non come teoria ma come buona notizia che risponde a un desiderio della natura umana. E non dimentichiamo – ha aggiunto – che se non ci fossero le famiglie la crisi sarebbe ancora più drammatica». Sulla famiglia come luogo nel quale si impara a convivere nella differenza si è soffermata Chiara Giaccardi, sociologa dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, intervenuta col marito e collega Mauro Magatti: «La famiglia nasce nella differenza. Fabbricare la vita fa parte del nostro delirio di onnipotenza. Possiamo affittare uteri, pagare le banche del seme, ma dobbiamo per forza, in qualunque modo, unire un ovulo e un seme».

Inoltre la famiglia, ha notato Giaccardi, è il luogo della «differenza non scelta: non scegliamo i genitori, né i figli. La famiglia è fatta di “altri” casuali ma definitivi: posso disconoscere mio figlio o non salutare più mio padre, ma i cromosomi rimarranno quelli, sempre». Ancora, la famiglia per Giaccardi «è il luogo della narrazione, vero antidoto alla dislessia esistenziale, fatta di cose che si ripetono, senza un prima e un dopo, per poi confondersi, mentre ogni pezzo della nostra vita è fatto dell’intreccio tra noi e gli altri, composti in una narrazione polifonica». Infine, nella famiglia siamo liberi, «perché in essa abbiamo ricevuto la vita». Una libertà «vera», contrapposta a quella «dominata dal mito della sovranità e dalla concezione di libertà puramente virtuale, esistente solo perché non si realizzerà mai, dal momento che senza legami non può esserci libertà autentica».

Sui cambiamenti della famiglia, che «non è più scontata», si è soffermato Magatti: «Negli anni ’70, con la pillola anticoncezionale, l’atto sessuale è stato separato dalla riproduzione e nell’ultimo decennio abbiamo separato la riproduzione dall’atto sessuale». Se stare insieme tutta la vita è «tecnicamente impossibile ma rimane umanamente desiderabile», per il sociologo quella da difendere oggi «non è la famiglia dei tempi di mio padre, perché non esiste più. Oggi i figli “sanno” più dei genitori, l’autorità non è data per scontata. C’è tutta una relazione da ricostruire, alla luce della consapevolezza che la famiglia nucleare non sta in piedi. Per questo – ha concluso – occorre tornare a immaginare un modello di famiglia che sta con altre famiglie. Tenendo presente che la famiglia non è un pezzo da museo che va conservato, né un patrimonio dei cattolici, ma dell’umanità».

Intervenendo a margine dell’incontro, Emma Ciccarelli, presidente del Forum delle famiglie del Lazio, ha evidenziato il «bisogno di riconoscimento, da parte delle istituzioni, del valore sociale della famiglia». Infine, la superiora generale delle Paoline, suor Anna Maria Parenzan, ha consegnato alla famiglia Petrillo-Corbella il premio «Paoline comunicazione e cultura 2015», che quest’anno cade nel Centenario di fondazione delle Figlie di San Paolo.

 

7 maggio 2015