Giacarta, dopo le stragi cristiani e musulmani insieme contro il terrorismo
Domenica 17 gennaio la manifestazione comune che attraverserà le strade della Capitale per dire non a ogni forma di estemismo e violenza
Domenica 17 gennaio la manifestazione comune che attraverserà le strade della Capitale per dire non a ogni forma di estemismo e violenza
All’indomani deglli attentati kamikaze che hanno colpito Giacarta, rivendicati da gruppi che si dicono legati all’Isis, e che hanno causato 7 morti e 26 feriti, il vicario generale dell’arcidiocesi di Giacarta, il gesuita Alexius Andang Binawan esprime all’Agenzia Fides «profonde condoglianze per le vittime», unitamente alla condanna di «ogni forma di violenza e di terrorismo». Parole, le sue, che esprimono anche una consegna: «Preghiamo e ci adoperiamo per l’unità dell’Indonesia».
Il Vicario, facendosi interprete dei sentimenti della comunità cattolica locale, riferisce che domenica 17 gennaio i cattolici saranno a fianco dei musulmani delle maggiori organizzazioni indonesiane in una imponente manifestazione che attraverserà le strade della Capitale, per dire no a ogni forma di estemrismo, violenza e terrorismo. Annunciata la presenza di oltre 10mila persone.
Padre Binawan racconta a Fides: «Siamo scossi ma la vita nella Capitale è ripresa normalmente. Come il governo e gli ufficiali pubblici, anche noi abbiamo detto ai fedeli di non lasciarsi vincere dalla paura del terrorismo. I terroristi vogliono visibilità e dimostrare la presunta debolezza del governo. Il popolo indonesiano saprà rispondere unito, con dignità e fermezza, senza timori».
Il religioso riferisce dei molti leader religiosi che hanno condannato il terrorismo, rimarcando che non ha nulla a che vedere con la religione ed esprimendo auspici di unità. A dimostrarla, appunto, la manifestazione pubblica del 17 gennaio. «Saremo in strada con i musulmani e i cristiani e i credenti di tutte le fedi per ribadire il motto nazionale “Unità nella diversità”, e per esprimere la nostra unità nell’opporci a ogni forma di violenza che va contro l’uomo – le parole del presule -. Come cristiani saremo accanto a tutti gli altri cittadini e continueremo a pregare per le vittime e per un futuro prospero e pacifico della nostra nazione».
15 gennaio 2016