Gerusalemme, profanata la chiesa di Santo Stefano

Per il Patriarcato latino si tratta di un «Terribile atto che si inserisce nel solco degli attacchi a Tagba o in altri edifici cristiani della Terra Santa»

Mercoledì 20 settembre dei vandali si sono introdotti furtivamente e hanno profanato la Chiesa di santo Stefano, attigua al monastero salesiano di Beit Gemal, a ovest di Gerusalemme. Gli autori hanno distrutto una statua della Madonna e delle vetrate che riproducevano momenti importanti della vita di Gesù.

Per il vicario di Gerusalemme e Palestina del Patriarcato latino, monsignor Giacinto Boulos Marcuzzo, il fatto «si inserisce nel solco degli episodi avvenuti in passato. Può darsi che si tratti di estremisti ebraici, non lo sappiamo con certezza e al momento non si hanno riscontri. Ma la matrice è quella che si nasconde dietro gli attacchi a Tagba o in altri edifici cristiani della Terra Santa».