Gerusalemme: patriarchi e capi delle Chiese «rattristati dall’ondata di violenza»

La dichiarazione all’indomani delle ritorsioni dei coloni israeliani per l’uccisione di due coloni da parte di un palestinese vicino a Nablus. «Preghiamo per la pace e la giustizia»

«Noi, patriarchi e capi delle Chiese di Gerusalemme, siamo rattristati dall’ultima ondata di violenza in Terra Santa». Inizia così la nota diffusa ieri, 1° marzo, dai leader religiosi dopo i fatti avvenuti nella notte di domenica 26 febbraio, quando «decine di coloni israeliani si sono scatenati nella città palestinese di Huwara, vicino a Nablus, uccidendo un uomo, ferendo decine di persone con aste di metallo e gas lacrimogeni, incendiando decine di edifici e automobili», raccontano. Una forma di ritorsione, «dopo che un uomo armato palestinese aveva ucciso due coloni israeliani nei pressi della stessa città – un atto a sua volta in risposta all’uccisione di undici palestinesi a Nablus la settimana precedente».

Questa recente intensificazione di violenza, spiegano i firmatari della dichiarazione, «è avvenuta durante e dopo la conclusione di un raro incontro tra i leader israeliani e palestinesi ad Aqaba, in Giordania, in cui Israele ha promesso di fermare l’espansione degli insediamenti nelle aree palestinesi e di arrestare, insieme ai palestinesi, la violenza crescente e insensata». Nelle parole dei patriarchi e dei capi delle Chiese di Gerusalemme, «questi dolorosi sviluppi rendono sempre più necessaria non solo un’immediata attenuazione delle tensioni a parole e nei fatti, ma anche la ricerca di una soluzione più duratura al conflitto israelo-palestinese in conformità con le risoluzioni e le leggi internazionali». Quindi concludono: «Con tutte le persone di buona volontà, preghiamo il Signore per la pace e la giustizia nella nostra amata Terra Santa, dove tutti sono ancora angustiati da questo doloroso e lungo conflitto».

2 marzo 2023