Gerusalemme, «chiave per chiudere ogni conflitto»

Affidato ai social il messaggio di padre Ibrahim Faltas, consigliere della Custodia di Terra Santa, sulle tensioni tra palestinesi ed ebrei ultraortodossi

«Gerusalemme è la chiave per chiudere ogni conflitto e aprire la porta della pace. Le proteste di questi giorni, dove hanno partecipato molti giovani, di tutte le religioni, ci invitano a scrivere una nuova pagina per una storia nuova, a ripensare a Gerusalemme come l’icona, il modello della fratellanza umana». Dal suo osservatorio privilegiato di consigliere della Custodia di Terra Santa, padre Ibrahim Faltas interviene con un messaggio affidato ai social sulle tensioni scoppiate in questi giorni a Gerusalemme tra palestinesi ed ebrei ultraortodossi, che si sono propagate con effetto domino in tutta la Cisgiordania.

«Chiedo alla comunità internazionale di riprendere i dialoghi sulla questione di Gerusalemme, per il bene dell’umanità, per un futuro di pace e giustizia – le parole del francescano -. Gerusalemme, non è una città come le altre, ma un messaggio di convivenza e di pace per il mondo, ha una grande opportunità, in questo secolo post Covid, di ripartire con una luce nuova, come un modello esemplare, perché la sua natura e le sue caratteristiche sono i pilastri fondanti di una nuova società, dove le tre grandi religioni monoteiste, l’ebraismo, il cristianesimo e l’islam, possono essere le protagoniste di un modello di una società basata sulla coesistenza e sulla collaborazione».

Secondo padre Faltas, gli ultimi fatti di violenza «fanno comprendere la fragilità di Gerusalemme», la cui questione irrisolta «è tornata a galla violentemente». Riprende quindi le parole di san Giovanni Paolo II per ricordare che «la città santa di Gerusalemme, così cara a ebrei, cristiani e musulmani, si eleva come un simbolo di incontro, di unione di pace per l’intera famiglia umana». Per questo, esorta, «con buona volontà e larghezza di vedute sia trovato un modo giusto nel quale i differenti interessi e aspirazioni possano essere messi insieme in una forma armoniosa e ferma» e siano difesi «in modo adeguato ed effettivo» perché «se non ci sarà pace a Gerusalemme, non ci sarà pace nel mondo».

29 aprile 2021