Gennaio 1991, il saluto e il «grazie» al cardinale «amico»

L’articolo dell’allora direttore dell’Ufficio comunicazioni sociali, monsignor Levi, su Roma Sette, in occasione del congedo di Poletti dalla diocesi

A differenza di alcuni che ne scrivono a ne parlano polemicamente, noi non siamo critici della legge della Chiesa che invita i Vescovi e i Parroci a presentare al relativo Superiore la rinuncia all’ufficio, quando abbiano compiuto i settantacinque anni di età. La cessazione dall’attività principale, al raggiungimento di un certo limite, è ormai, nel nostro tempo, una regola per tutti; e trova giustificazione scientifica nella geriatria, che non confonde la longevità con la pienezza delle forze fisiche e intellettuali. La ruota gira, e non c’è che attendere un poco perché arrivi il nostro turno. Ed è saggio che ciascuno si predisponga all’evento, prendendo atto con serena disponibilità dei cicli della vita; ammirando la carità della Chiesa che, con le sue disposizioni, dà supporto alle decisioni dei singoli e provvede al ringiovanimento periodico delle sue strutture di governo; e, quando è giunto il momento, applicandosi ad ogni altra attività di servizio consona alle proprie capacità, che sia ancora in grado di compiere.

Questa lezione di fede, di realismo e di saggezza ha dato a tutti l’amatissimo Cardinale Ugo Poletti, che in prossimità del 19 aprile di due anni or sono presentò al Papa la sua disponibilità; che con gioia e alacrità assecondò l’indicazione del Papa di rimanere nei suoi incarichi di Vicario Generale per Roma e Distretto e di Presidente della Conferenza Episcopale Italiana, fino a Sua diversa decisione; e che lo scorso 17 gennaio si è esemplarmente conformato al desiderio del Papa di provvedere all’avvicendamento nelle due cariche, pur essendo in grande forma.

Pensiamo che il Cardinale ne abbia sofferto, come ne soffriamo tutti, noi che abbiamo ammirato in questi anni la sua esemplare tenacia nel dissodare a nome del Papa la vigna del Signore che è in Roma, la sua vicinanza fraterna ai Vescovi Ausiliari, ai sacerdoti, ai diaconi permanenti, ai religiosi, alle religiose, ai fedeli laici della diocesi, la sua apertura a tutti. Più che un padre è stato un amico. E tale rimarrà, perché dall’amicizia non ci si dimette mai. Per questo, il rincrescimento del distacco è temperato dalla consapevolezza che il Cardinale Poletti rimane con noi con lui. E gli faremo festa. E gli saremo vicini. Tutte le volte che potremo. Di questo può essere certo. Come della nostra preghiera piena di gratitudine e del nostro affetto sincero e ammirato, mentre con schiettezza gli auguriamo: ad multos annos!

27 gennaio 1991