Gender e aborto a scuola: Gambino e Benedetti con la preside del Giulio Cesare
L dirigente scolastica non ha approvato alcuni appuntamenti della Settimana dello studente su interruzione volontaria di gravidanza e identità di genere
I giuristi Alberto Gambino, presidente dell’associazione Scienza & Vita, e Alessandro Benedetti, presidente del Comitato civico per Roma, si schierano con la preside del liceo Giulio Cesare e, di conseguenza, con i «tanti genitori che in queste ore stanno esprimendo apprezzamento per le sue scelte». La dirigente scolastica infatti, «nell’ambito delle sue prerogative di responsabilità», sottolineano i due esperti, «non ha approvato alcuni appuntamenti formativi della Settimana dello studente, concernenti l’interruzione volontaria di gravidanza e la cosiddetta identità di genere».
Per Gambino e Benedetti, «è grazie a questa posizione che finalmente tantissimi genitori possono avere voce, in piena conformità a quanto stabilito dalle Linee guida del ministero dell’Istruzione, introdotte da Valeria Fedeli, in cui si stabilisce a chiare lettere che le attività che non rientrano nel curricolo obbligatorio abbiano il consenso dei genitori». Proprio per questo, i due giuristi giudicano «quantomeno malposta» la lettera che altri docenti della scuola avrebbero scritto alla preside stessa per stigmatizzarne l’operato, «in quanto non appartiene al corpo docente il potere di decidere a colpi di maggioranza temi che proprio per la loro sensibilità riguardano le famiglie – sottolineano -, finendo altrimenti per sindacalizzare, in modo ideologico, le decisioni sulla formazione dei figli, con l’estromissione dei principali protagonisti di tale proposta educativa che, per dettato costituzionale, sono innanzitutto le famiglie e i genitori, dei quali la scuola, nell’organizzare i contenuti formativi non curriculari, deve tenerne necessariamente conto».
L’auspicio, in conclusione, è che «tante persone e dirigenti che hanno responsabilità nel sistema dell’istruzione scolastica – affermano i due giuristi – seguano doverosamente tali principi scolpiti nell’articolo 30 della Carta costituzionale italiana».
11 febbraio 2021