Gemelli: il Papa si affaccia e saluta. Poi il ritorno in Vaticano

Francesco si è affacciato da una finestra al quinto piano, prima di lasciare l’ospedale a bordo di una Fiat 500 bianca. La sosta a Santa Maria Maggiore, per l’omaggio alla Salus Populi Romani, quindi il rientro a Casa Santa Marta

Al 38° giorno di ricovero per una polmonite bilaterale, Papa Francesco si è affacciato oggi, domenica 23 marzo, da una delle finestre al quinto piano del Policlinico Gemelli. Subito dopo ha lasciato l’ospedale a bordo di una Fiat 500 bianca. Il Pontefice fa ora rientro in Vaticano dove trascorrerà la convalescenza a Casa Santa Marta per almeno due mesi. Gioia tra i fedeli e anche sorpresa per coloro che si aspettavano di vederlo dal decimo piano del policlinico dove c’è il mini appartamento allestito negli anni ’80 per Papa Giovanni Paolo II. Un gesto che ha segnato una sorta di congedo dal personale sanitario che lo ha assistito per oltre un mese.

Un applauso e il coro “Viva il Papa” ha accolto l’uscita di Bergoglio a mezzogiorno in punto. Da Francesco, che è arrivato sul balcone con il sorriso facendo un cenno di “ok” con la mano, solo poche parole: «Vedo una signora con i fiori gialli, grazie». Tanti hanno avuto l’impressione che il Papa «mentre impartiva la benedizione si sia commosso».  Poco dopo le 12, al termine dell’Angelus, Papa Francesco ha impartito la benedizione e salutato con la mano i fedeli riuniti nel piazzale antistante l’ospedale, ai piedi della statua dedicata a Papa Wojtyła. Per la sesta settimana consecutiva, il testo dell’Angelus, preparato da Francesco, è stato diffuso in forma scritta. «In questo lungo tempo di ricovero – scrive Bergoglio -, ho avuto modo di sperimentare la pazienza del Signore, che vedo anche riflessa nella premura instancabile dei medici e degli operatori sanitari, così come nelle attenzioni e nelle speranze dei familiari degli ammalati. Questa pazienza fiduciosa, ancorata all’amore di Dio che non viene meno, è davvero necessaria alla nostra vita, soprattutto per affrontare le situazioni più difficili e dolorose».

Il pensiero di Francesco va poi alle zone martoriata dalla guerra e sì dice caddolorato per la ripresa di pesanti bombardamenti israeliani sulla Striscia di Gaza, con tanti morti e feriti. Chiedo che tacciano subito le armi; e si abbia il coraggio di riprendere il dialogo, perché siano liberati tutti gli ostaggi e si arrivi a un cessate il fuoco definitivo. Nella Striscia la situazione umanitaria è di nuovo gravissima ed esige l’impegno urgente delle parti belligeranti e della comunità internazionale. Sono lieto invece che l’Armenia e l’Azerbaigian abbiano concordato il testo definitivo dell’Accordo di pace. Auspico che esso sia firmato quanto prima e possa così contribuire a stabilire una pace duratura nel Caucaso meridionale. Con tanta pazienza e perseveranza state continuando a pregare per me: vi ringrazio tanto! Anch’io prego per voi. E insieme imploriamo che si ponga fine alle guerre e si faccia pace, specialmente nella martoriata Ucraina, in Palestina, Israele, Libano, Myanmar, Sudan, Repubblica Democratica del Congo».

Dopo settimane di apprensione dovute a un quadro clinico complesso e mutevole, i fedeli di tutto il mondo possono finalmente tirare un sospiro di sollievo. La polmonite è stata curata, ma non tutte le infezioni polimicrobiche sono state debellate, come spiegato ieri sera da Sergio Alfieri, capo dell’equipe medica che ha in cura Papa Francesco, e Luigi Carbone, vicedirettore del reparto Sanità e Igiene dello Stato della Città del Vaticano e medico referente del Santo Padre. Il vescovo di Roma può dunque tornare a casa, ma «non potrà riprendere immediatamente l’attività lavorativa e ci vorrà del tempo affinché la voce torni quella di prima».

La notizia delle dimissioni precedute dalla benedizione del pontefice ha richiamato al policlinico Gemelli tantissimi fedeli, più di un migliaio secondo alcune stime, che hanno portato fiori e bigliettini che lasciano ai piedi della statua. Presente anche il sindaco di Roma Roberto Gualtieri. Sara si commuove alla vista del Papa. «È un’emozione indescrivibile – dice -, ho temuto tantissimo per la sua salute. Sono state settimane di preoccupazione e di preghiera». Daniela, di Mantova, è arrivata a Roma venerdì con altri 5 amici per un pellegrinaggio alla Porta Santa di San Pietro. «Ieri sera quando abbiamo saputo che oggi si sarebbe affacciato abbiamo immediatamente deciso di esserci – racconta -. In tutti questi anni ci ha chiesto di pregare per lui, non potevamo non esserci. La diocesi di Mantova in queste settimane ha celebrato tante Messe per la salute del Papa». Venti minuti prima di mezzogiorno un gruppo di giovani ha cominciato a chiamare il Papa scandendo il suo nome e battendo le mani. Un coro al quale si sono subito aggiunti gli altri fedeli. Altri hanno srotolato un lungo striscione con decine di preghiere ad indicare che tutto il mondo prega per il Papa. Su un altro si legge “In un mondo di odio sii Francesco”. Gabriele ha vissuto queste cinque settimane «con grande apprensione – afferma -. Ieri sera ho esultato davanti alla tv quando hanno detto che sarebbe stato dimesso perché sta meglio». Lucia ha gli occhi chiusi, muove le labbra bisbigliando una preghiera. «Bisogna ringraziare il Signore che Francesco sia riuscito a superare anche questo momento – dichiara -. Non smetto di pregare da ieri per la gioia». Enrica è venuta per “salutare” Francesco «un Papa accogliente, per nulla divisivo e questo, a prescindere dalla fede, porta a pregare per lui». Anna Zusanna Margarita, slovacca, è arrivata a Roma per il Giubileo. Riparte martedì è ha «pregato tanto sia per la salute del Papa sia per avere la possibilità di vederlo. Non mi sembra vero. Il Signore, mi ha accontentato».

Papa Francesco era stato ricoverato al Policlinico Gemelli venerdì 14 febbraio, poco prima delle 11, al termine di una mattinata di udienze che includevano incontri con i membri della Fondazione “Gaudium et Spes” e con Robert Fico, primo ministro della Repubblica Slovacca. Ricovero reso necessario per l’aggravarsi della bronchite che già da giorni non gli consentiva di tenere lunghi discorsi. Da quel momento, Bergoglio non è più apparso in pubblico. Cinque settimane segnate da un quadro clinico altalenante, con due gravi crisi respiratorie (il 22 e il 28 febbraio) e un’insufficienza renale. Momenti «molto critici in cui è stato in pericolo di vita» hanno affermato i medici. La prognosi è stata sciolta solo il 10 marzo, dopo alcuni giorni di stabilità. Giovedì 6 marzo, attraverso un breve messaggio audio in spagnolo della durata di 27 secondi, il Papa, con voce molto affaticata, ha voluto ringraziare coloro che, dal 24 febbraio, si riuniscono ogni sera in piazza San Pietro per recitare il Rosario per la sua guarigione. Questa sera la preghiera sarà animata dai canonici del capitolo della basilica Vaticana e guidata dal cardinale Mauro Gambetti, arciprete della basilica. Domenica 16 marzo è stata diffusa la prima foto dal Policlinico Gemelli nella quale Francesco appare di spalle, con la stola viola, raccolto in preghiera.