Gaza, le organizzazioni: «Il lavoro di Unrwa, vitale per i palestinesi»

L’appello firmato, tra gli altri, da Caritas internationalis, Save the Children e Oxfam. Msf: «Per far fronte alle necessità della popolazione, servono più aiuti, non meno»

È allarme, tra le organizzazioni umanitarie, per la decisione di 8 Paesi dell’Onu, tra cui l’Italia, di sospendere il sostegno all’Unrwa, l’agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l’occupazione dei profughi palestinesi, nonostante la richiesta della Corte dell’Aia di garantire aiuti umanitari a Gaza. Aiuti che da Medici senza frontiere  definiscono «un’ancora di salvezza per milioni di palestinesi nella Striscia di Gaza, in Cisgiordania e nella regione. A Gaza – affermano – la crisi umanitaria ha raggiunto livelli catastrofici e ogni ulteriore limitazione degli aiuti si tradurrà in più morti e sofferenze. Le organizzazioni umanitarie stanno già lottando per soddisfare anche solo una parte dei bisogni umanitari più urgenti». Insomma, «per far fronte alle necessità della popolazione sono necessari molti più aiuti, non meno. Le conseguenze che i tagli ai finanziamenti avranno contraddicono le misure emesse dalla Corte internazionale di giustizia, che prevedono azioni immediate per garantire l’ingresso di un flusso sufficiente di aiuti umanitari a Gaza», assicurano. Di qui la richiesta di «un cessate il fuoco immediato e duraturo» e di «facilitare un maggiore e continuo afflusso di aiuti umanitari».

Uguale preoccupazione è espressa nell’appello firmato da numerose organizzazioni umanitarie, tra cui Save the Children, Oxfam e ActionAid, insieme a Caritas internationalis, che esortano i Paesi donatori a «confermare il sostegno al lavoro vitale che l’Unrwa e i suoi partner svolgono. La sospensione dei finanziamenti da parte dei Paesi donatori – si legge nel testo – avrà un impatto sugli aiuti salvavita per oltre due milioni di civili, di cui più della metà sono bambini, che dipendono dal sostegno dell’Unrwa a Gaza. La popolazione rischia di morire di fame, di affrontare una carestia e di essere colpita da epidemie, a causa dei continui bombardamenti indiscriminati di Israele e della privazione degli aiuti a Gaza».

Le realtà firmatarie del documento definiscono «sconsiderata» la decisione di «tagliare un’ancora di salvezza per un’intera popolazione proprio da parte di alcuni dei Paesi che avevano chiesto di intensificare gli aiuti a Gaza e di proteggere gli operatori umanitari mentre svolgono il loro lavoro», arrivata, tra l’altro, «mentre la Corte internazionale di Giustizia ha ordinato un’azione immediata ed efficace per garantire la fornitura di assistenza umanitaria ai civili di Gaza». Accogliendo con favore la rapida indagine dell’Unrwa sul presunto coinvolgimento di alcuni membri del personale delle Nazioni Unite negli attacchi del 7 ottobre, ricordano che sono già stati uccisi 152 membri del personale Unrwa e danneggiate 145 strutture dai bombardamenti.

L’Unrwa, evidenziano, «è la più grande agenzia umanitaria a Gaza e il suo lavoro non può essere svolto da altre agenzie che operano a Gaza. Se le sospensioni dei finanziamenti non saranno revocate, rischiamo di assistere al completo collasso della già limitata risposta umanitaria a Gaza». Si stima che siano oltre un milione gli sfollati palestinesi che si rifugiano nei 154 centri di accoglienza dell’Unrwa o nei dintorni, per i quali l’agenzia e le organizzazioni umanitarie hanno continuato a lavorare in circostanze quasi impossibili per fornire cibo, vaccinazioni e acqua potabile.

30 gennaio 2024