Gaza: «Il Consiglio di sicurezza Onu metta da parte la politica»

L’appello di Save the Children, dopo il veto a un’altra risoluzione di cessate il fuoco. «Chiediamo a tutte le parti di proteggere la vita dei bambini, delle famiglie e dei civili»

Dopo il veto del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite a un’altra risoluzione di cessate il fuoco per Gaza e Israele, Save the Children interviene nuovamente per dare voce ai piccoli a Gaza e in Israele, che «hanno urgentemente bisogno che il Consiglio di sicurezza dell’Onu metta da parte la politica, sia coeso e dia priorità alla vita e al futuro degli oltre un milione di bambini che vivono a Gaza e dei tre milioni di bambini in Israele».

Per l’organizzazione internazionale, «è una vergogna che il massimo organo decisionale delle Nazioni Unite per la pace e la sicurezza internazionale non riesca a superare le sue divergenze per proteggere i bambini che ne hanno più bisogno. Il cessate il fuoco a Gaza e in Israele è necessario», dichiara Jason Lee, direttore di Save the Children per i Territori palestinesi occupati. Di qui la richiesta «a tutte le parti in conflitto» di «adottare misure immediate per proteggere la vita dei bambini, delle famiglie e dei civili», e «alla comunità internazionale» di «sostenere tali sforzi. Deve essere fatto tutto il possibile – prosegue Lee – per proteggere i bambini dai pericoli e fornire loro il sostegno di cui hanno bisogno». Ancora, «esortiamo l’Assemblea generale delle Nazioni Unite a fare ciò che il Consiglio di sicurezza non farà, cioè approvare una risoluzione che richieda il cessate il fuoco, la consegna senza ostacoli di assistenza umanitaria, compreso il carburante, come previsto dal diritto internazionale umanitario, il rilascio di tutti gli ostaggi, e la fine degli attacchi contro i civili», conclude.

Nei giorni scorsi, oltre 360mila persone e quasi 600 organizzazioni provenienti da 60 Paesi, tra cui Save the Children, hanno già firmato la petizione #CeasefireNOW, lanciando un appello pubblico per un cessate il fuoco immediato a Gaza e in Israele, che è stato ignorato dai leader mondiali che si sono incontrati alle Nazioni Unite per discutere la risoluzione. La petizione – avviata il 17 ottobre ed è ancora aperta alle firme – chiede anche che venga immediatamente fornita assistenza umanitaria alle persone che ne hanno bisogno: cibo, acqua, forniture mediche e carburante.

26 ottobre 2023