Gaza è al buio. Padre Romanelli: «La situazione sta degenerando»

L’unica centrale elettrica è rimasta senza carburante e si è spenta. Sulla Striscia, un attacco «su scala senza precedenti», informa il capo di staff dell’aviazione militare israeliana. Il parroco della Sacra Famiglia: «Cominciato il razionamento di acqua e cibo»

Gaza è al buio. L’Autorità per l’energia della Striscia informa che l’unica centrale elettrica del territorio è rimasta senza carburante e si è spenta. Parallelamente, Israele sta colpendo nella Striscia «su scala senza precedenti», dichiara il capo di staff dell’aviazione militare il generale Omer Tishler. Una scelta precisa, dovuta al fatto che «quello che accade qui è qualcosa che non è mai accaduto prima. C’è un nemico che tira razzi e attacca la popolazione civile», spiega. Colpita, tra le altre cose, anche l’Università islamica a Gaza, usata «come centro di addestramento per operativi militari dell’intelligence e per lo sviluppo della produzione di armi», riferisce il portavoce militare. Distrutta, nel sud della Striscia, la casa della “mente” degli attacchi di Hamas a Israele, Mohammed Deif. Nell’attacco sono rimasti uccisi alcuni membri della sua famiglia, compresi il figlio e la nipote, fanno sapere fonti locali, ma dello stratega dell’assalto non si hanno notizie.

«La situazione sta degenerando, i bombardamenti proseguono notte e giorno, il numero delle vittime nella Striscia aumenta di ora in ora. Comincia a farsi sentire la mancanza di acqua, di cibo e di carburante e abbiamo iniziato a razionarne l’uso». A fare il punto con l’agenzia Sir è padre Gabriel Romanelli, parroco della Sacra Famiglia, l’unica parrocchia cattolica di Gaza, attualmente bloccato a Betelemme. «Non vedo nessuna possibilità di fare rientro tra i miei parrocchiani, ma andrei subito da loro», dice. Sono proprio i parrocchiani a informarlo degli sviluppi nella parrocchia e nella Striscia oramai sotto assedio: Israele ha tagliato le forniture di acqua, cibo, gas, energia elettrica e carburante.

E la parrocchia si riempie ogni giorno di più di sfollati. Molti infatti «hanno la casa distrutta e inagibile, altri hanno paura». Al momento c’è ancora un po’ d’acqua, ma non è potabile. «Nella nostra scuola della Sacra Famiglia accogliamo ogni giorno nuove famiglie che cercano rifugio soprattutto per la notte. Abbiamo al momento oltre 150 cristiani rifugiati in parrocchia; altri 30 nel nostro Centro San Tommaso», racconta Romanelli. La notizia della telefonata di Papa Francesco «ha regalato loro un sorriso e una speranza. Sanno di non essere soli, ogni giorno pregano per la pace e la riconciliazione davanti al Santissimo. Molti digiunano». La preoccupazione del francescano è soprattutto per le bambine e i bambini gravemente disabili, molti dei quali orfani o abbandonati, accolti nella casa gestita dalle suore di Madre Teresa, nel compound parrocchiale. «Per ora stanno bene», assicura al Sir, definendoli «i parafulmini dell’ira di Dio, come disse, spero di ricordare bene, san Giuseppe Benedetto Cottolengo. Questi bambini e bambine offrono al Padre, da anni, le loro sofferenze per la pace, la misericordia, per la fine del male. Per ora stanno bene, ma se continua così, cosa ne sarà di loro e di tanti altri? Ma questo è il tempo di essere forti», conclude.

Intanto le sirene di allarme continuano a suonare anche dall’altra parte del fronte, al confine nord e sud di Israele, oltre che nelle comunità israeliane attorno alla Striscia. Raggiunta da un nuovo lancio di razzi da Gaza anche la zona larga di Tel Aviv, che include l’aeroporto internazionale Ben Gurion. Da nord, arrivato anche un nuovo attacco dal Libano: da oltre frontiera è stato lanciato un missile anti tank verso una postazione israeliana. In un comunicato diffusa dai suoi media, Hezbollah afferma di aver inflitto «un gran numero» di perdite umane, tra feriti e morti, all’esercito israeliano. I colpi degli Hezbollah libanese, filo-iraniani -, sono arrivati «in risposta all’assassinio» di tre membri del partito sciita, lunedì sera, 9 ottobre. «La Resistenza islamica (Hezbollah) sarà ferma – assicurano – nella sua risposta agli attacchi israeliani che colpiscono il nostro Paese e la sicurezza del nostro popolo, soprattutto quando questi attacchi provocano la perdita di martiri».

11 ottobre 2023