Gaza è accerchiata

La città è il nuovo campo di battaglia. Intanto il segretario di Stato Usa Blinken è arrivato a Tel Aviv: la richiesta di pause umanitarie per far arrivare altri aiuti nella Striscia. L’attesa per il primo intervento pubblico, dal 7 ottobre, del leader di Hezbollah Hassan Nasrallah

Si combatte a Gaza City. Soldati e tank israeliani avanzano sul terreno, mentre aviazione e forze navali colpiscono dal cielo e dal mare, spianando la strada alle operazioni di terra. «Le nostre forze sono nel cuore del nord della Striscia, dentro Gaza City, che è completamente circondata», ha affermato il capo di stato maggiore Herzi Halevi. Di operazione «ormai al culmine» ha parlato il premier israeliano Benjamin Netanyahu, ammettendo di aver avuto anche «perdite dolorose» ma assicurando anche che, «come mi ha detto uno dei combattenti, “niente ci fermerà”. Faccio appello alle persone non coinvolte – ha aggiunto – a uscire e andare a sud, perché noi non ci fermeremo dall’eliminare i terroristi di Hamas». E stando ai dati diffusi dall’esercito di Tel Aviv, sono 130 quelli uccisi sono nelle ultime ore. «Aerei da combattimento ed elicotteri – ha riferito il portavoce delle Forze di difesa israeliane – hanno attaccato diversi quartier generali militari utilizzati da alti funzionari di Hamas e hanno distrutto con successo una serie di infrastrutture terroristiche situate in aree civili e basi militari».

Da Netanyahu è arrivata però anche una secca smentita di quanto affermato da Halevi sulla disponibilità di Israele a rifornire di carburante gli ospedali di Gaza, una volta terminata l’operazione. Dichiarazioni, le sue, che aprono un altro fronte di attrito con l’esercito. E proprio questa mattina, 3 novembre, aspri combattimenti sono in corso nella città principale dell’enclave palestinese, nelle immediate vicinanze dell’ospedale al-Quds, all’interno del quale hanno cercato riparo numerosi sfollati e alcune persone sono rimaste uccise, informa l’Ansa, in contatto con fonti locali. Secondo queste fonti, le forze israeliane bombardano alti edifici nelle vicinanze dell’ospedale, situato nel rione di Tel el-Hawa, nel lato meridionale di Gaza City.

Danneggiate negli ultimi attacchi anche quattro scuole dell’Unrwa, l’Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l’occupazione dei rifugiati palestinesi nel Vicino Oriente, che ospitavano sfollati. Almeno 20 le persone che sono rimaste uccise. E la situazione umanitaria è al tracollo per la popolazione della Striscia, dove oramai il 45% delle abitazioni è stato distrutto o danneggiato dai bombardamenti israeliani. 42 in tutto le strutture Urwa che hanno riportato danni; 16 gli ospedali e circa 50 le strutture sanitarie non più operative a motivi dei danni riportati in seguito ai bombardamenti o a causa della mancanza di carburante. Un fattore, quest’ultimo, che nelle prossime ore causerà con ogni probabilità l’interruzione dei servizi di supporto sanitario ancora in funzione.

Questa mattina, intanto, è arrivato a Tel Aviv il segretario di Stato americano Antony Blinken. Nella sua agenza, l’incontro con il premier Netanyahu, quindi la riunione  con i membri del gabinetto di guerra israeliano, il presidente Isaac Herzog e il leader dell’opposizione Yair Lapid. È la prima tappa del nuovo tour di Blinken nella regione per cercare di evitare l’allargamento del conflitto all’intera regione. In concreto, il capo della diplomazia statunitense cercherà di convincere Israele ad adottare pause umanitarie per far arrivare altri aiuti umanitari nella Striscia di Gaza e creare un clima più favorevole al rilascio degli ostaggi tenuti prigionieri da Hamas. Chiederà «misure concrete», ha assicurato partendo da Washington, per limitare il pericolo per i civili a Gaza e impedire un’escalation del conflitto nella regione. Intanto, droni americani hanno sorvolato la Striscia di Gaza in cerca degli ostaggi israeliani rapiti da Hamas e dalle fazioni palestinesi, tra i quali ci sono anche cittadini statunitensi con doppio passaporto. Secondo fonti anonime Usa, sono all’opera da oltre una settimana. Stati Uniti e Israele convergono invece sul nulla di fatto per un possibile cessate il fuoco, dato che al momento si ritiene che favorirebbe Hamas.

Cresce l’attesa invece per il primo intervento pubblico, dall’inizio della guerra, il 7 ottobre, del leader di Hezbollah Hassan Nasrallah, che alle 15 (ora di Beirut) di oggi, 3 novembre, terrà un discorso in tv per commemorare le vittime di Gaza. In Italia saranno le 14. Il timore è l’apertura di un fronte nord, che potrebbe cambiare le sorti della guerra. Possibile anche un coinvolgimento indiretto del “Partito di Dio” nella conflitto in corso a Gaza, attraverso l’invio di armi e munizioni a miliziani non identificati come milizie libanesi; o, ancora, attraverso la presa di mira di obiettivi a nord e a est dello Stato israeliano, dalle Alture del Golan alla Cisgiordania, complicando la situazione per Tel Aviv. Magari con l’appoggio determinante dell’Iran. Israele, tra l’altro, ha già denunciato che una milizia iraniana sta aiutando i miliziani sciiti a combattere Israele dal sud del Libano. Sarebbe, secondo il portavoce militare israeliano, della “Imam Hussein”, già in azione in Siria negli ultimi anni. Anche il gruppo Wagner, secondo l’intelligence Usa, potrebbe fornire un sistema di difesa aerea a Hezbollah, che garantirebbe ai miliziani una protezione molto più alta rispetto a quella attuale. Lo stesso Hezbollah ha annunciato di aver aperto il fuoco contro Israele da 19 punti lungo tutta la linea del fronte, attivando anche i combattenti delle Brigate Qassam, l’ala militare di Hamas. Finora, le milizie libanesi filoiraniane non sono intervenute se non con qualche scambio di artiglieria al confine nord con il Libano, che ha provocato alcune vittime e il crescere della tensione nei pressi della Linea Blu, la “zona-cuscinetto” di demarcazione del confine tra i due Stati dopo la guerra del 2006. La frontiera tra Israele e Libano, tra l’altro, è sorvegliata dalle truppe dell’Unifil, di cui fanno parte anche un migliaio di soldati italiani, incaricate di garantire la pace.

3 novembre 2023