Gaza accerchiata. Ucciso uno dei comandanti di Hamas

Dal premier israeliano Netanyah un secco no alle pause umanitarie. La Striscia tagliata in due. Annunciata la morte del capo della sicurezza dell’organizzazione palestinese. Contro il rischio di allargamento del conflitto, gli Usa schierano un sottomarino nucleare

«Un massacro». I media palestinesi definiscono così i raid israeliani del fine settimana sulla Striscia, che hanno colpito il centro di Gaza, nei pressi dell’ospedale al-Shifa. Attaccato anche, venerdì 3 novembre, un convoglio di ambulanze che usciva dall’ospedale. Per Israele, erano utilizzate «da una cellula terroristica di Hamas». Secca la smentita del movimento islamista: doveva portare i feriti fuori dalla Striscia. Il bilancio: 15 morti. Colpita anche, il 4 novembre, la scuola delle Suore del Rosario di Gerusalemme.

Il portavoce dell’esercito israeliano riferisce di oltre 450 obiettivi colpiti nella Striscia nelle ultime 24 ore. I soldati, informa, «hanno preso il controllo di un compound militare di Hamas con posti di osservazione, aree di addestramento per gli operativi e tunnel, uccidendo numerosi terroristi». Tra gli altri, colpito anche Jamal Mussa, «responsabile delle operazioni speciali di sicurezza di Hamas», che «nel 1993 condusse un attacco a fuoco contro soldati israeliani di pattuglia nella Striscia».

Tatticamente, Gaza City è ora «completamente circondata», dichiara il portavoce militare: le forze israeliane hanno tagliato la Striscia in due, raggiungendo con l’offensiva di terra la costa mediterranea del territorio palestinese. Riguardo invece al possibile fronte nord, il capo di Stato maggiore delle forze armate israeliane il tenente generale Herzi Halevi ha affermato che l’esercito è «pronto ad attaccare in qualsiasi momento», dopo che nelle ultime settimane si è difeso dagli attacchi missilistici quotidiani di Hezbollah. «Comprendiamo che ciò possa accadere», le sue parole.

Israele comunque sta ancora «concedendo un corridoio» affinché i residenti della Striscia di Gaza settentrionale e di Gaza City possano andare a sud, assicura il portavoce dell’esercito israeliano Daniel Hagari, aggiungendo che «continuerà ad attaccare con forza e a intensificare le nostre operazioni di terra nel nord della Striscia di Gaza e nella grande Gaza City». Nella Striscia intanto bloccate completamente le comunicazioni con l’estero, per la terza volta dall’inizio della guerra. Poco prima del black out, fonti palestinesi hanno reso noto che i raid israeliani hanno colpito due campi profughi, uccidendo almeno 53 persone e ferendone molte decine. Fonti israeliane invece dichiarano che l’esercito di Tel Aviv è pronto a entrare a Gaza nel giro di 48 ore.

Resta alto il rischio di un allargamento del conflitto nella regione. Come deterrente, il comando centrale dell’esercito statunitense annuncia su X che un sottomarino nucleare di classe Ohio è stato schierato nella sua «area di responsabilità», che si estende dall’Africa nord-orientale attraverso il Medio Oriente fino all’Asia centrale e meridionale. Un messaggio che arriva a due giorni dall’annuncio della Marina che due gruppi d’attacco di portaerei – la Gerald Ford e la Dwight Eisenhower – hanno lanciato aerei e hanno praticato la difesa missilistica durante un’esercitazione di tre giorni nel Mediterraneo.

Situazione a livelli di guardia anche in Cisgiordania, dove un palestinese di 20 anni è rimasto ucciso in incidenti con l’esercito presso Hebron. Fra le ragioni, gli appelli di Hamas a unirsi alla lotta a Gaza, ma anche la disoccupazione di 140mila pendolari che da un mese non possono lavorare in Israele, il congelamento degli stipendi di 120mila dipendenti dell’Autorità nazionale palestinese e le estese violenze dei coloni contro agricoltori impegnati nella raccolta delle olive.

Il ministro della Sanità palestinese rinnova l’appello alla comunità internazionale e alle organizzazioni  umanitarie a «intervenire immediatamente per aprire il valico di frontiera di Rafah con l’Egitto e consentire l’ingresso di medicinali e carburante per gli ospedali di Gaza», riferisce l’agenzia di stampa palestinese Wafa. E a proposito delle accuse di Israele sugli ospedali usati dai miliziani di Hamas, li liquida come «tentativi di trovare scuse per i bombardamenti».

6 novembre 2023