Garlatti: «I minori hanno diritto a un ambiente sano»

La Garante commenta il pronunciamento del Comitato Onu sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza. «Il degrado ambientale, forma strutturale di violenza contro di loro»

Pubblicata online da Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza e Unicef Italia la traduzione del Commento generale n. 26 del Comitato Onu sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, che nasce tra l’altro dall’impegno speso dai minorenni nel portare l’attenzione pubblica sulla crisi ambientale: “Sui diritti delle persone minorenni e l’ambiente, con particolare attenzione al cambiamento climatico”. La questione ambientale, di legge nel testo, «non è più rinviabile: se non si affrontano subito emergenza climatica, collasso della biodiversità e inquinamento dilagante, i diritti di bambini e ragazzi saranno a rischio. Oggi e soprattutto domani. L’obiettivo di tutti gli Stati deve essere arrivare a emissioni zero entro il 2050».

Il testo è stato tradotto – anche in una versione child friendly – dall’Agia, dal Comitato interministeriale per i diritti umani (Cidu) ed è stato presentato ieri, 18 gennaio, sul canale YouTube di Unicef Italia. Anche il Cidu renderà disponibili nei prossimi giorni le pubblicazioni per il download. «Tutti i bambini e i ragazzi hanno diritto a vivere in un ambiente sano e sostenibile – sono le parole dell’Autorità garante Carla Garlatti -. Si tratta di un principio implicitamente contenuto nella Convenzione di New York del 1989 e collegato a tanti altri diritti fondamentali: alla vita, alla sopravvivenza e allo sviluppo, al più elevato standard di salute possibile, a un adeguato tenore di vita e all’istruzione»

Il degrado ambientale, è la tesi della Garante, rappresenta «una forma strutturale di violenza contro i minorenni: può portare al collasso sociale delle famiglie e della comunità. È quanto mai urgente, quindi, che venga introdotta una valutazione dell’impatto che le politiche ambientali producono sui diritti delle persone di minore età. Anche perché – prosegue – scelte che oggi possono sembrare innocue, domani possono rivelarsi nefaste. Deve trattarsi inoltre di un approccio intergenerazionale, con l’impegno da parte delle istituzioni non solo ad ascoltare i minorenni bensì a promuoverne la partecipazione attiva, tenendo conto delle loro opinioni».

Non è un caso che il Comitato Onu abbia voluto avvalersi, nella stesura del Commento, di un gruppo di 12 minorenni tra gli 11 e i 17 anni. I ragazzi hanno lavorato al processo di consultazione, che ha raccolto oltre 16mila contributi da coetanei di 121 paesi, attraverso sondaggi online, gruppi di discussione e consultazioni in presenza a livello nazionale e regionale. Tra le misure specifiche che il Comitato chiede agli Stati di adottare, miglioramento della qualità dell’aria – anche per prevenire la mortalità infantile, soprattutto tra i bambini sotto i cinque anni -, modifiche ai sistemi di agricoltura e pesca industriali per avere alimenti sani e sostenibili, investimenti in energie rinnovabili ed efficienza energetica. Infine, gli Stati vengono sollecitati a mettere i minorenni in grado di accedere a informazioni affidabili in materia, anche attraverso programmi scolastici volti a far conoscere le condizioni nelle quali vivono i coetanei colpiti da degrado ambientale e a far acquisire competenze necessarie ad affrontare le diverse implicazioni connesse ai rischi ambientali.

19 gennaio 2024