Gallagher (Santa Sede): in Siria rispettare il «diritto umanitario internazionale»

Il segretario vaticano per i Rapporti con gli Stati alla conferenza sul futuro della regione, a Bruxelles. «Preoccupazione» per cristiani e minoranze

Il segretario vaticano per i Rapporti con gli Stati intervenuto alla conferenza sul futuro della regione, a Bruxelles. «Preoccupazione» per cristiani e minoranze religiose

Si è conclusa a Bruxelles la due giorni dedicata al tema “Sostenere il futuro della Siria e della regione”, co-presieduta da Unione europea, Germania, Kuwait, Norvegia, Qatar, Regno Unito e Nazioni Unite. A portare la voce della Santa Sede, monsignor Paul Gallagher, segretario per i Rapporti con gli Stati, che ha espresso la profonda preoccupazione «per l’immensa sofferenza umana che colpisce milioni di bambini innocenti e altri civili, i quali continuano a essere privati di aiuti umanitari essenziali, strutture mediche ed educazione». La Santa Sede, ha affermato, «esorta al pieno rispetto del diritto umanitario internazionale, specialmente per quanto riguarda la protezione delle popolazioni  civili, garantendo loro accesso alla necessaria assistenza medica», ma anche relativamente alle condizioni e al trattamento di prigionieri e detenuti.

Gallagher ha rinnovato l’appello rivolto dal Papa nel suo discorso di inizio d’anno al Corpo diplomatico, quando aveva fatto appello alla comunità internazionale «perché si adoperi con solerzia per dare vita a un negoziato serio, che metta per sempre la parola fine al conflitto che sta provocando una vera e propria sciagura umanitaria». Ciascuna delle parti in causa, è il monito della Santa Sede, «deve ritenere come  prioritario il rispetto del diritto umanitario internazionale, garantendo la protezione dei civili e la necessaria assistenza umanitaria alla popolazione. Di qui l’invito a «non lesinare sforzi per porre fine alla spirale in apparenza infinita della violenza, per ripristinare quel senso di solidarietà che è la base della coesione sociale e della coesistenza pacifica», insieme all’apprezzamento per l’impegno di «fornire  assistenza umanitaria e per gli sforzi per sostenere il cessate il fuoco e la soluzione politica alla crisi». La richiesta: «Maggiori finanziamenti per aiutare le persone internamente dislocate, i rifugiati e le comunità ospitanti nei paesi limitrofi che ne subiscono l’impatto».

Dal canto suo, il segretario per i Rapporti con gli Stati della Santa Sede ha assicurato che «nel prossimo anno la Chiesa cattolica manterrà il suo impegno a proseguire la sua assistenza umanitaria». Il presule ha ricordato che «nel 2016 la Santa Sede e la Chiesa cattolica, attraverso la sua rete di enti caritativi, hanno contribuito a fornire 200 milioni di dollari americani per l’assistenza umanitaria a diretto beneficio di oltre 4,6 milioni di persone in Siria e nella regione». Nel distribuire aiuti, «le agenzie e le entità cattoliche non fanno distinzioni riguardo all’identità religiosa o etnica di chi ha bisogno e cercano sempre di dare priorità alle persone più vulnerabili e più bisognose», ha precisato il “ministro degli Esteri” vaticano, osservando che un approccio simile «è stato dimostrato anche attraverso l’apertura, a gennaio, di un centro Caritas nell’area musulmana della parte est di Aleppo e il progetto “Ospedali aperti”, che cerca di aprire gli ospedali cattolici ad Aleppo e a Damasco e di renderli pienamente operativi per i bisogni delle popolazioni locali, specialmente i poveri e i meno avvantaggiati».

Tra i motivi «di profonda preoccupazione» resta però «la situazione di vulnerabilità dei cristiani e delle minoranze religiose in Medio Oriente, che soffrono oltremodo per gli effetti della guerra e dell’agitazione sociale nella regione, al punto che la loro stessa presenza e la loro esistenza sono fortemente minacciate». Secondo Gallagher, che ha citato ancora una volta le parole di Francesco, «la loro presenza permanente può consentire loro di adempire il proprio ruolo storico e fondamentale di contribuire alla coesione sociale di quelle società, che sarà di fondamentale importanza per il futuro dell’intera regione».

6 aprile 2017