Funerali Riva, Baturi: «Corri di nuovo, caro Gigi, e tendi le braccia al cielo»

Le esequie del campione celebrate dall’arcivescovo di Cagliari. «Abbiamo ricordato quella profondità di amore e dolore che si lasciava leggere ma mai possedere»

Celebrate dall’arcivescovo di Cagliari Giuseppe Baturi, segretario generale della Cei, ieri pomeriggio, 24 gennaio, le esequie di Gigi Riva, morto due giorni prima, il 22 gennaio, nel reparto di Cardiologia del Brotzu di Cagliari, dove era stato ricoverato per un malore. «Per i credenti la morte è il passaggio necessario per la consegna totale al Dio della vita, nel cui abbraccio ogni fame e ogni sete, secondo le parole di Gesù nel Vangelo, vengono soddisfatti in eterno, nella gioia di quel bene che non sappiamo definire in modo appropriato ma che sappiamo essere vero, che inseguiamo indomiti, con passione, sempre inquieti e mai sazi», le parole del presule, che del campione ha ricordato diversi aspetti della storia umana e professionale.

Inevitabile il riferimento allo sport, “palestra” per la mente e per il corpo; scuola di perseveranza, lealtà e coraggio, nel coraggio, nella collaborazione con gli altri e nell’amicizia. «In questi giorni  – ha rilevato Baturi – abbiamo celebrato tutto questo in Gigi Riva, ma anche, e forse soprattutto, altro. Abbiamo ricordato i meriti dello sportivo e ammirato la grandezza dell’uomo, la sua generosità e riservatezza, quella profondità di amore e dolore, di passione e malinconia, mai gridata, che si lasciava leggere con schiettezza ma mai possedere, che non si poteva né vendere né comprare».

L’arcivescovo ha ricordato anche la famiglia di Riva, i figli Mauro e Nicola e l’intera Cagliari «che ora lo saluta e prega per lui». Ricordando quindi le sue gesta sul campo di calcio, ha aggiunto: «Che nulla, o Signore, vada perduto. Molte sono le immagini di questi giorni, la maggior parte delle quali fissano l’eleganza della corsa, la bellezza e la potenza del gesto. E poi, dopo la rovesciata di Vicenza o il sinistro di Città del Messico, quella esultanza spontanea, come tutti noi da bambini, a braccia alzate, guardando il cielo e correndo incontro all’abbraccio dei compagni. Corri di nuovo, caro Gigi, e tendi ancora quelle tue lunghe braccia al cielo, corri e guarda in alto. Noi oggi preghiamo perché il Signore ti venga incontro e ti abbracci in quella dimora dove potrai conoscere la Verità e vivere l’Amore senza ombra e senza fine».

25 gennaio 2024